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Un tribunale dà ragione ai querelanti: Orban avrebbe violato i diritti umani cancellando le persone trans. Ora deciderà la Corte Costituzionale

Potrebbe essere un giudice a fermare l'omofobia di stato che ha visto l'alleato di Salvini e della Meloni, il populista Orban, pronto a cercare di cancellare per legge l'esistenza delle persone transessuali in Ungheria.
Il tribunale regionale di Miskolc ha dato ragione ai querelanti, che ipotizzano che le leggi d'odio del presidente, il quale ha imposto il divieto al riconoscimento legale del genere per le persone trans come richiesto dai fondamentalisti cristiani, potrebbe violare i diritti costituzionali alla dignità umana e alla vita privata.
La legge era stata introdotta da Orban, approfittando dei pieni poteri che aveva chiesto con la scusa di dover contrastare la pandemia da Covid-19. Dopo la prima sconfitta della lobby integralista, la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi entro 90 giorni.
Attualmente il populista ha deciso, senza alcuna discussione parlamentare, che in Ungheria è fatto divieto riconoscere l'identità dei cittadini e che il sesso biologico definito alla nascita debba essere ritenuto immutabile, come sostiene Pillon.


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