A quattro anni dall'approvazione delle legge sulle Unioni civili, i siti fondamentalisti ancora inveiscono contro le famiglie gay

A quattro anni dall'approvazione delle legge sulle Unioni civili, i siti fondamentalisti sono ancora impegnati a raccontarsi che Dio voglia che due pedofili possano formare una famiglia se c'è un maschio che penetra una vagina e che due gay siano spogliati da ogni diritti perché non piacciono alla lobby di Massimo Gandolfini.
Ed è coì che in quell'incitamento all'odio promosso dal integralista "Basta bugie" ci si può imbattere in un articolo a firma di tal Corrado Gnerre in cui si afferma:

Per "unioni civili" s'intendono quelle unioni, riconosciute giuridicamente come diritto comune, tra persone non sposate, anche dello stesso sesso.
Le unioni civili non sono famiglia. La Chiesa ha sempre affermato che la famiglia nasce dall'unione indissolubile fra un uomo ed una donna. Ciò, ancor prima di diritto soprannaturale, è già di diritto naturale. Pertanto, tale verità non può essere negata da nessuna autorità né politica né tantomeno religiosa. Insomma, neppure un papa può negarla.
Dal momento che il diritto positivo non può entrare in contraddizione con quello naturale, nessuna autorità politica è legittimata a legiferare in favore delle unioni civili.

Sembra una supercazzola, peraltro offensiva nel tentativo di voler attribuire a Dio un volere discriminatorio che possa far del male al prossimo. E nonostante non si abbia traccia di norme che imporrebbero un obbligo alla procreazione (anche perché il leader del movimento omofobo spara a salve e non potrà mai mettere incinta sua moglie), l'articolo introduce un capitolo intitolato "Il matrimonio tra uomo e donna deve essere riconosciuto, le unioni civili no" in cui scrivono:

Non esiste un "diritto alla famiglia". Questa, la famiglia, deve perseguire il suo fine naturale e anche soprannaturale. Solo una concezione libertaria ed individualista può concepire, come un diritto, la famiglia per tutti e quindi anche la trasformazione di un'unione omosessuale in famiglia.
Giuridicamente viene riconosciuto l'istituto matrimoniale perché esso comporta una serie di impegni. Per esempio: quello di far nascere nuovi uomini e di educarli affinché siano bravi ed onesti cittadini.
Non è così per le unioni civili. Le unioni civili tra uomo e donna, infatti, non offrono ai figli intenzionalmente la volontà di creare un nucleo affettivo stabile.

Anche qui pare si voglia ricorrere alla falsa testimonianza, dato che il matrimonio non obbliga alla procreazione. E per sottolineare come a muoverli sia solo l'odio, aggiungono pure:

Inoltre, se un'autorità politica riconoscesse le unioni civili, a maggior ragione quelle omosessuali, riconoscerebbe implicitamente che queste relazioni "affettive" sarebbero conformi al bene comune. E ciò è inaccettabile per la morale sociale naturale e cattolica.

In un crescendo di violenza e di ricorso all'insulto gratuito:

Una volta che si ammette il principio che si debba riconoscere l'unione tra due omosessuali, non ci sarebbero più limiti ad altre aberrazioni.

Al solito, si arriva a raccontare che sarebbe Dio a volere il male e che Dio sia una "giustificazione" all'odio contro il prossimo:

La Congregazione per la Dottrina della Fede nel 2003 pubblicò un documento, approvato da Giovanni Paolo II, dal titolo Considerazioni circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone omosessuali.

Esattamente, qual è il senso di queste loro litanie traboccanti d'odio contro quelle famiglie che chiedono siano distrutte in virtù del loro teorizzare che la loro ostentata passione per le vagine femminili debba essere ritenuta il nuovo "arianesimo"?


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