Adinolfi parla di un successone planetario per la sua radio. Su Facebook ha solo 716 like
Mario Adinolfi fa quasi pena nel suo proporsi come quello che le ha provate tutte, ma ha sempre e solo raccolto fallimenti. Pochi ricordano il suo primo partito politico: si chiamava "Democrazia diretta" che si dissolse nel nulla dopo i fallimentari risultati elettorali alle comunali del 2001. Pochi ricordano anche il suo fallimentare tentativo di fare il cantante, finito con l'uscita di un disco che nessuno ha mai considerato. Fu un fallimento anche il suo candidarsi come segretario del Pd o la sua campagna per Renzi, così come finì male anche quando chiese a Cicciolina di mentire per ottenere visibilità mediatica per quel suo programma radiofonico che nessuno ascoltava.
Ora che ha scommesso tutti i suoi soldi sul business dell'omofobia, è finita male quando Gianfranco Amato lo ha abbandonato e lui è rimasto estromesso dalle lobby che contano, visto che Gandolfini e compagni non paiono aver ben digerito il suo tentativo di mettere a frutto il loro odio per il suo profitto personale. E da lì tenta di fare soldi con giornaletti omofobi, web, radio, Facebook, Twitter e chi ne ha più ne metta. Le tenta tutte, senza costanza, senza linearità e sempre con lo stesso tono e con le stesse idee, restando fermo a quello 0,6% di possibili elettori.
Ed è dopo il fallimento cartaceo del quotidiano "La croce", finito per diventare un omaggio per tesserati del suo partitino, e una web-tv che ha meno di 3.000 iscritti su YouTube, il fondamentalista tenta di rivendersi con una web-radio in cui lui torna ad abusare della religione arrogandosi il diritto di chiamare "Stampa e Vangelo" qual suo programma dove un divorziato adulterio fornicatore dice che la tua famiglia è sbagliata e che le sue siano giuste.
Sui social, Adinolfi si vanta di aver confezionato cento puntate di propaganda, ma fa quasi sorridere dica di essere felice di aver prodotto una cosa che agli ascoltatori propina un programma del genere:
C'è Adinolfi, c'è De Carli e c'è il solito Esposito. Sempre loro, a raccontarsela su senza contraddittorio e senza alcun confronto. Ed ovviamente il tutto viene condito con il solito abuso della religione, buttandoci lì un qualche preghierina usata per stuprare il nome di Dio a fini elettorali.
Su Facebook, la sua radio ha collezionato 716 mi piace in cento anni di vita. Pare dunque curioso che Adinolfi dice che quei numeri sarebbero il segnale di un successo planetario di cui vantarsi con le figlie avute della sue due mogli: