Cirinnà al sindaco di Barrafranca: «Le persone LGBT esistono e sono discriminate , quale moda?»
Ancor più delle parole omofobe pronunciate dal parroco di Barrafranca durante l'omelia, ad indignare è un sindaco che ha deciso di schierarsi dalla parte del sacerdote sostenendo che le minoranze dovrebbero avere "rispetto" di chi insulta le loro famiglie e i loro affetti.
È a lui che la senatrice Monica Cirinnà ha indirizzato una lettera aperta. Dice di non voler entrare nel merito delle dichiarazioni del parroco perché, si ringrazi il cielo, molti altri parroci d’Italia «hanno dimostrato di aver compreso l’evoluzione della società e accolgono le famiglie arcobaleno esattamente come tutte le altre». Ma è al sindaco che dice:
Invece è a lei che voglio rivolgermi in quanto amministratore eletto, per di più, con una coalizione che include il mio partito. Lo stesso partito che ha voluto e ottenuto la legge sulle unioni civili per la quale io e altri colleghi abbiamo lavorato per anni senza tregua. Definire “moda del momento” le famiglie arcobaleno, le coppie di persone dello stesso sesso, l’affermazione dei diritti non è degno del ruolo di un sindaco che dovrebbe preoccuparsi del benessere dei propri cittadini e delle proprie cittadine, qualunque sia il loro orientamento sessuale o la loro identità di genere. Le battaglie per l’uguaglianza e le vittorie ottenute finora devono essere un vanto per la nostra società. Le persone omosessuali, lesbiche, bisex, trans, intersex sono sempre esistite e sono, da altrettanto tempo, discriminate. Se la “moda del momento” è riconoscere a loro e alle loro vite la dignità che meritano, ben venga la moda allora. Fuori da questa “moda” rimane solo chi è ancorato ad un mondo che sta lentamente scomparendo. E per fortuna, aggiungo. Un mondo fatto di cittadine e cittadini invisibili, di amori discriminati, di odio e violenza, di disuguaglianza. Noi, la politica, chi amministra, in osservanza alla Costituzione su cui giuriamo abbiamo il dovere di batterci contro le disuguaglianze e le discriminazioni, ovunque si annidino. E, creda, la “libertà di pensiero” a cui lei fa riferimento non ha nulla a che vedere con la libertà di escludere le persone invece di includerle nella società. Penso alle tante persone lgbt+ che sicuramente vivono a Barrafranca o che ci sono nate e sono dovute andare altrove. Penso alla sofferenza che le sue parole, del loro sindaco, possano aver provocato in loro. A queste persone va tutta la mia solidarietà e vicinanza. La invito, dunque, a riflettere profondamente sulle sue parole e sugli effetti che queste possono avere avuto su chi vive nella sua città. Specialmente i più giovani che hanno un estremo bisogno di crescere in un ambiente accogliente e che lasci loro la possibilità di essere quello che sono, al pari di chiunque altro.