Dopo Pillon, anche Cascioli, Tuiach ed Amato si scagliano contro il divorzio
Non pare un caso che Simone Pillon si sia lanciato in un attacco alla legge sul divorzio, visto che il sentore leghista risulta il rappresentante della ricca lobby evangelica che sta investendo milioni di dollari per tentare di cancellare le libertà individuali e imporre la loro agenda. Loro vorrebbero riportarci indietro di anni, imponendo un sistema famigliare basato sulla pastorizia, in cui le donne stanno in cucina e i figli vengono educati in casa. Ovviamente pretendono anche un divieto al divorzio, un divieto all'omosessualità e un divieto al sesso non finalizzato alla procreazione.
Ma visto che la propaganda integralista ha sempre una regia comune, l'attacco di Pillon è stato supportato anche dai principali media dell'integralismo organizzato, come ci ricorda quel loro Tuiach che vuole uccidere i gay, apprezza i terroristi e dice che Hitler sia l'emblema della sua idea di "cristianesimo":
L'articolo linkato è stato pubblicato dalla setta di RIccardo cascioli a nome di Gianfranco Amati, il co-fondatore del partito omofobo di Adinolfi che per anni ha cercato visibilità mediatica con i cuoi convegni sul fantomatico "gender". In quelle righe troviamo le medesime parole riferite da Pillon, in quella loro strategia comunicativa che mira a ripetere sempre le stesse frasi per farle percepire come se fossero condivise:
Non c'è nulla da festeggiare per i 50 anni della legge sul divorzio: ha costituito il primo passo della rivoluzione antropologica che stiamo tuttora vivendo. L’indissolubilità del matrimonio era la linea Maginot di quella società che era ancora in grado di mantenere e garantire una certa solidità. La profezia di Fanfani e gli utili idioti Dc grazie ai quali poi abbiamo avuto anche aborto, unioni gay e prossimamente anche legge sull'omotransfobia.
Sorvolando sul fatto che il divorzio venen approvato mediante referendum e che la stragrande maggioranza degli italiani votò a favore, Amato pare voler riscrivere la storia nel raccontare che quella sarebbe stata un'imposizione della politica:
Poco prima del sorgere dell’alba dell'1 dicembre 1970, al termine di una tra le sedute notturne più lunghe nella storia del Parlamento italiano, l’allora presidente della Camera dei deputati, il socialista Sandro Pertini, annunciò l’approvazione definitiva della contrastata proposta di legge “Fortuna-Baslini” (dal nome dei due deputati che l’avevano promossa), la quale prevedeva l’introduzione dell’istituto del divorzio in Italia. Esattamente cinquant’anni fa la Legge 1 dicembre 1970, n.898, legalizzava lo scioglimento del matrimonio.
In realtà, quell’evento costituì il primo passo della rivoluzione antropologica che stiamo tuttora vivendo. L’indissolubilità del matrimonio, infatti, rappresentava la linea Maginot di quella società che era ancora in grado di mantenere e garantire una certa solidità. Prima di ridursi nell’attuale forma liquida ben descritta da Zygmunt Bauman.
Lo aveva capito anche un toscanaccio come Amintore Fanfani, che il 26 aprile 1974 a Caltanissetta, durante un comizio, lo spiegò alla sua maniera e a prova di popolo: «Volete il divorzio? Allora dovete sapere che dopo verrà l’aborto. E dopo ancora, il matrimonio tra omosessuali. E magari vostra moglie vi lascerà per scappare con la serva!». Non ci volevano particolari doti divinatorie per comprendere come sarebbe andata a finire, e come, purtroppo, è poi andata a finire.
No, non è un caso che anche Pillon dica che Fanfani sarebbe stato un "profeta" in quanto contrario alle libertà personali e favorevoli a leggi che imponessero di stare con mogli che si odiavano o di condannare i bambini a vivere con genitori che non si potevano vedere.
Amato inizia così a raccontare che sarebbe per la donna che la donna deve essere obbligata a restare sposata con il marito in quanto "Parte debole" a cui proprio il senatore leghista Simone Pillon tentò di togliere protezioni attraverso quella sua proposta di legge che avrebbe privilegiato il maschio in caso di separazione. E non è certamente "oggettivo" il loro sostenere che sarebbe per "il bene dei bambini" che i minori dovrebbero essere costretti a vivere con genitori che si odiano:
Resta oggettivo il fatto che, in tutto il mondo, il divorzio abbia reso le relazioni umane e la società molto più liquide e che la solubilità del matrimonio abbia incrinato la stessa stabilità della convivenza civile. Questo lo si deve onestamente ammettere, prescindendo da qualunque valutazione di carattere religioso, sacramentale, teologico. È possibile, infatti, parlare di matrimonio indissolubile anche da un punto di vista squisitamente laico. Pure un laico, per esempio, può comprendere che l’indissolubilità del matrimonio difende innanzitutto la dignità della donna, la parte più debole in caso di abbandono, che dopo aver dato al marito il meglio di sé, dopo aver sacrificato la propria vita per la famiglia, non merita certo di essere sostituita quasi fosse un prodotto scaduto. E tutti possono comprendere la necessità del matrimonio indissolubile per il destino dei figli, il loro sostentamento e la loro educazione. Abbiamo sotto gli occhi quotidianamente gli effetti devastanti del divorzio su intere generazioni di giovani.
Gianfranco Amato inizia così a dire che il sedicente "cattolico" dovrebbe imporre i suoi dogmi come se fosse uno membro dell'Isis dato che Gesù invitava a decidere liberamente se seguirlo, Amato preferisce che la gente sia obbligata a fare quello che dice lui:
In questa triste ricorrenza del cinquantesimo anniversario dall’approvazione della legge sul divorzio, appaiono ancor più vere le parole del grande scrittore cattolico Igino Giordani: «Salvare la famiglia è salvare la civiltà. Lo Stato è fatto di famiglie; se queste decadono, anche quello vacilla».
Se lo ricordino bene i politici che si definiscono “cattolici”, e che magari si sentono pure “adulti”. La Storia ci ha mostrato, infatti, i danni che costoro sanno infliggere ad una nazione: fu proprio il governo guidato dal cattolico Emilio Colombo che introdusse in Italia il divorzio (1970), il governo del cattolico Giulio Andreotti che promulgò l’aborto (1978), e il governo del cattolico Matteo Renzi che approvò le unioni civili omosessuali (2016). E forse toccherà pure al governo del cattolico Giuseppe Conte approvare la legge sull’omofobia e sull’eutanasia. Non c’è nulla da fare, servono sempre gli “utili idioti” per realizzare la rivoluzione antropologica della sinistra radicale e anticristiana.
Se ritenere che la libertà di scelta sarebbe "anticristiana", quando è anticristiano un Dio che ha concesso il libero arbitrio anziché imporre il volere di Amato e i suoi dogmi? E il signorino è certo che il suo abuso della religione come strumento di oppressione non lo renda il più eterico tra gli anti-cristiani?
E quel consigliere fasciata che vomita odio contro divorziati, gay ed islamici saprà che l'autore dell'articolo da lui citato fondò un partito con il divorziato Adinolfi e andò a cercare i voti degli islamici facendo leva sull'omofobia?
Non sarà che faranno la fine di quell'alleato di Salvini che firmava leggi omofobe mentre lui partecipava a orge a base di sesso e droga in violazione delle norme sul Coronavirus per poi invocare l'immunità parlamentare una volta pizzicato dalla polizia?