Il Centro Studi Rosario Livatino diffida Gayburg
I fondamentali dicono che i reati d'odio sarebbero "libertà di opinione", eppure la lobby integralista pare voler continuare ad usare la magistratura a scopo intimidatorio annunciando di voler denunciare qualunque opinione contrasti con il loro pensiero unico. Se Tony Brandi ha tentato di portare in tribunale un attivista che aveva semplicemente espresso una opinione, il Centro Studi Rosario Livatino dice di volerci portare in tribunale per aver espresso un'opinione su un articolo scritto da Tommaso Scandroglio e rilanciato da Radio Maria.
Il centro, che si batte contro le unioni civili e contro il riconoscimento delle famiglie gay, era stato citato da Scandroglio e da noi nominato unicamente in riferimento a quelle dichiarazioni, eppure è attraverso una diffida che dichiara:
In data 18/11/2020 è apparso sul sito internet www.gayburg.com l'articolo in oggetto. In tale contesto, l'anonimo autore afferma: "il Centro Studi Livatino (ossia l'organizzazione di avvocati anti-gay che si è battuta contro le unioni civili sostenendo che l'eterosessualità debba conferire privilegi giuridici ai maschi che ostentano la loro passione per le vagine femminili) dice che il Parlamento europeo e il Consiglio europeo non potrebbero istituire il reato di "omofobia" in quanto ogni stato dovrebbe potersi dichiarare fondato sull'odio".
Tali gravissime affermazioni hanno un contenuto chiaramente lesivo del diritto all'immagine e al nome del CS Livatino, che ha l'obbligo di tutelare sé stesso, la dignità dei suoi iscritti e di tutti coloro che nel corso degli anni hanno contribuito ad alimentare, attraverso il mio assistito, il dibattito pubblico ed il confronto giuridico su temi etici e di altissima sensibilità, con contributi da sempre improntati all'approfondimento degli argomenti e alla continenza delle espressioni e dei toni.
Per questo non possono essere in alcun modo tollerati nell'appellativo di organizzazione anti-gay né le ulteriori fantasiose prese di posizione, attribuite al CS Livatino nell'articolo in contestazione.
In ragione di quanto precede, pertanto, il CS Livatino, mio tramite, Vi invita e diffida a curare, entro e non oltre n. 3 gg. dalla ricezione della presente, la rimozione dal blog dell'articolo individuato in oggetto o quantomeno dei riferimenti in esso contenuti al suddetto Centro Studi, ponendo in essere tutte le attività a tal uopo necessarie e dandone immediata comunicazione allo scrivente.
Inoltre, il CS Livatino Vi invita e diffida a fornire al medesimo pubbliche scuse, contenenti l'espresso riconoscimento dell'infondatezza:
1) dell'appellativo di organizzazione di avvocati anti-gay riferito dall'autore dell'articolo al mio assistito;
2) della locuzione secondo cui il CS Livatino avrebbe sostenuto che l'eterosessualità debba conferire privilegi giuridici ai maschi che ostentano la loro passione per le vagine femminili;
3) della locuzione secondo cui il CS Livatino dice che il Parlamento europeo e il Consiglio europeo non potrebbero istituire il reato di "omofobia" in quanto ogni stato dovrebbe potersi dichiarare fondato sull'odio.
Con espresso avvertimento che, in mancanza di quanto sopra intimato e decorsi n. 3 gg. dalla ricezione della presente, sarà costretto a tutelare le
ragioni del mio assistito attraverso il ricorso alle vie giudiziali, con riserva di richiedere il risarcimento per tutti i danni subiti e subendi.
Il riferimento è al commento di un articolo di Tommaso Scandroglio apparso su La Nuova Bussola Quotidiana e rilanciato da Radio Maria, nel quale scrivevamo:
Partendo dal suo sostenere che i bambini gay andrebbero torturati ed emarginati sino a negare loro i sacramenti, il signor Scandroglio si mette ad inveire come un indemaniato contro la strategia LGBT presentata dal Commissione europea dicendo che il Centro Studi Livatino (ossia l'organizzazione di avvocati anti-gay che si è battuta contro le unioni civili sostenendo che l'eterosessualità debba conferire privilegi giuridici ai maschi che ostentano la loro passione per le vagine femminili) dice che il Parlamento europeo e il Consiglio europeo non potrebbero istituire il reato di “omofobia” in quanto ogni stato dovrebbe potersi dichiarare fondato sull'odio.
Nell'articolo pubblicato da Tommaso Scandroglio, promotore di quelle torture che vanno sotto il nome di "terapia riparativa, si leggeva:
Pare dunque curioso se la prendano con noi per ciò che altri scrivono di loro. Magari non gli fa piacere si parli di "odio", ma con che altro termine potremmo definire l'omofobia istituzionalizzata di Paesi come la Polonia o l'Unghia. E riguardo al ritenere che l'associazione possa essere ritenuta "anti-gay" potremmo citare alcune delle loro attività da cui pare legittimo ipotizzare la loro avversità ai diritti delle persone lgby (clicca per ingrandire):
Riguardo al loro sostenete che la famiglia debba basarsi sull'eterosessualità, in un articolo pubblicato su Tempi nel 2016 chiedevano il ritiro della Legge Cirinnà sostenendo che gli affetti dei gay dovessero essere ritenuti inferiori a quelli degli eterosessuali:
Probabilmente loro negheranno che ci sia odio nel chiedere una discriminazione basata sull'identità di genere o dell'orientamento sessuale delle vittime, ma è un dato di fatto che il loro sostenere che matrimonio debba basarsi su ciò che avviene tra le coperte.
Curioso è come a scrivere la diffida è il gruppo di avvocati che difese Gandolfini dopo la sua condanna per calunnia:
Siamo certi che non si possa definire "anti-gay" un'organizzazione che definisce "pro-family" chi si batte contro le famiglie ritenute non conformi ai pruriti sessuali di Gandolfini? Ed esattamente, in che modo dicono che il fondamentalista "difenderebbe" la famigli attraverso il suo battersi per la discriminazione di qualunque figlio non risulti conforme al loro volere?