Il leghista Umberto La Morgia nega l'esistenza dell'omofobia mentre i suoi lo insultano in quanto gay


È surreale come il leghista Umberto La Morgia neghi l'esistenza dell'omofobia mentre i suoi seguaci lo insultano in quanto gay. Sarà anche che Salvini gli ha fatto fare carriera da quando lui ha iniziato a proporsi come il sodomita leghista che vuole essere insultato, che non vuole diritti e che sta dalla parte di chi delinque, ma il risultato è surreale.
Scimmiottando Pillon, il leghista si è affrettato ad insultare i due ragazzi che, secondo i giudici, non sarebbero stati vittima di un'aggressione omofoba come avevano raccontato. Ovviamente si è anche avventato come un avvoltoio nella speranza di poter generalizzare un singolo caso per insinuare che tutte le vittime di omofobia mentirebbero dato che lui nega esista omofobia anche mentre Tuiach (eletto col suo partito) chiede che i gay siano bruciati vivi. Ed è così che scrive:


Surreale è come i suoi seguaci si affrettino a insultare e diffamare i gay, paragonandoli a quegli africani che i leghisti vorrebbero morti. Ovviamente i suoi seguaci parlano a vanvera anche del lockdown, incapaci di comprendere che i fatti possano essere avvenuti prima delle chiusure dato che Salvini li ha addestrati ad insultare e offendere senza curarsi di appurare i fatti. Insomma, una tristezza.

Se la timeline del signorino La Morgia risulta infarcita di invettive ed attacchi isterici contro chiunque osi dissentire dal pensiero unico leghista e dal suo negare esista omofobia, sessiamo o discriminazioni, degno di nota è un'altra sua crociata che lo vede negare che esista un fattore culturale per cui la donna è vittima di maschismo.
Dall'altro del suo sostenere che il sesso e l'orientamento sessuale dovrebbe contare quando si parla di diritti civili, di accesso al matrimonio, di genitorialità, di identità di genere e di tutto ciò che riguarda le discriminazioni che chiede la sua Provita Onlus, è usando il genere contro le donne che il leghista ha condotto una campagna volta a sostenere che non bisognerebbe guardare al soggetto debole quando si parla di violenza. Insomma, dopo secoli il cui l'uomo ha usato le donne come oggetti, lui dice che non si debba guardare al fattore culturale perché discriminerebbe gli uomini:


Ma se nel caso della violenza lui dice che non si debba guardare la contesto, è contro l persone trans che lui si affretta a dire che lui esige di guardare se hanno una vagina, raccontando che le lobby vicine a Gandolfini e dicono che il riconoscere l'identità altrui farebbe sentire meno donne le donne che si auto-riducono al loro organo genitale:


Al solito, torna l'ossessione dei populisno nel sostenere che la discriminazione serva a "difendere£ qualcosa. Eppure è curioso che dicano che l'odio "difenda" la "famiglia tradizionale" mentre il loro eterosessualissimo "capitano" non fa che sostituire le ragazzette già ingravidate con le giovani figlie dei pregiudicati. E chissà se la sua amichetta Concita si sentirà più donna se potrà rovinare la vita a migliaia di donne per vantarsi di avere un buco fra le gambe mentre potrà essere resa vittima di femminicidio dato che dicono che la violenza non abbai genere e sia folle tutelare i soggetti più deboli quando si è dalla parte dei meno discriminati.
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