L'Ungheria ridefinisce il matrimonio come unione eterosessuale e cancella la libertà religiosa
L'Ungheria di Orban, ossia dell'alleato di Salvini e della Meloni, ha approvato una legge che modifica la Costituzione per sostenere che la famiglia debba necessariamente essere eterosessuale. In conformità all'agenda delle lobby integraliste, dicono di concordare col senatore leghista Simone Pillon nel ritenere che l'amore non sia importante e che ad importare sia solo l'assicurarsi che un maschio eiaculi nella vagina di una donna secondo le indicazioni di Gandolfini.
Nel pacchetto di norme omofobiche approvato, viene anche vietato il cambiamento del sesso e si tenta di cancellare l'esistenza delle persone trans sostenendo che il sesso debba essere ritenuto immutabile, viene anche vietata l'adozione alle coppie dello stesso sesso e qualunque materiale didattico affronti in maniera neutra le questioni religiose o che presenti i temi lgbt in una luce positiva. L'omofobia sarà di stato, come avviene nella Russia di Putin che tanto eccita le destre populiste.
Nella nuova Costituzione, l'esecutavo di Orban esplicita che "la madre è una donna, il padre è un uomo". Interessante è anche quel loro parlare della famiglia sulla base dei figli, quasi ritenessero che dovrà esserci un obbligo alla produzione dei figli. Ripetendo i soliti slogan dei neonazisti, i parlamentari ungheresi dicono di averlo fatto per i bambini dato che che "i nuovi processi ideologici in Occidente" avrebbero "proteggere i bambini da possibili interferenze ideologiche o biologiche".
Un'altra modifica alla costituzione "garantisce l'educazione dei bambini secondo la cultura cristiana (ungherese)" in quel loro sostenere che Dio debba poter essere nominato invano contro i diritti altrui. D'altronde sono anni che le destre hanno cercato di sdoganare l'idea che personaggi alla Adinolfi possano essere ritenuti "cristiani" solo perché loro di definiscono tali mentre sputano sul Vangelo e sull'avito all'amore predicato da Gesù. E queste aberrazioni ne sono la conseguenza.