Mario Adinolfi insulta Falcone e Borsellino: «Non erano cattolici praticanti»

Mario Adinolfi dice che Borsellino e Falcone non sarebbero stati «cattolici praticanti» dato che non avevano due mogli come lui, non giocavano d'azzardo come lui e neppure si sono risposati in in casinò come ha fatto lui. E se Gesù diceva che a contare sono i fatti e non le parole, è con la sua solita arroganza che si è messo a braitare che lui preferisce guardare all'apparenza che alla sostanza:


Se Adinolfi leggesse i Vangeli al posto di brandirli come strumenti di offesa, forse scoprirebbe che nella parabola del fariseo e del pubblicano è spiegato come l'inginocchiarsi davanti al santissimo non sia testimonianza di nulla.
Poi, nella sua abitudine a modificare i fatti secondo convenienza, parrebbe fregarsene di come per Borsellino sia in corso la causa di beatificazione. A Falcone è stata negata per la sua situazione matrimoniale ritenuta irregolare agli occhi di Dio come quella di Adinolfi. E pare che il fondamentalista preferisca inveire contro i giudici che hanno combattuto la mafia piuttosto che preoccuparsi di come il nome di quel beato venga usato da un'organizzazione di avvocati che si batte insieme a lui contro i diritti civili degli adolescenti, dei bambini e delle famiglie sgradite a Gandolfini.
Ed è così che anche oggi Adinolfi pare sia stato pronto a mancare di rispetto a due eroi uccisi barbaramente dalla mafia pur di cercare visibilità mediatica.


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