Pillon plaude all'omofobia ungherese, dicendo che Orban sarebbe «coraggioso» a compiacere l'odio neonazista contro i diritti delle persone lgbt
Il senatore leghista Simone Pillon si è precipitato ad annunciare al mondo che lui come un riccio nell'apprendere che l'amichetto del suo Salvini ha calpestato i diritti umani di migliaia di persone, ridefinendo la famiglia in chiave omofobica, cancellando l'esistenza delle persone trans per legge e mettendo le mani sui bambini attraverso una norma che imporrà un'indottrinamento sovranista di stampo confessionale (o sedicente tale, dato che solo Tuiach può creder che si possa essere nazisti e cristiani).
Con la sua solita arroganza da populista che cerca di strappare i figli ai loro genitori pur di vantarsi di come lui penetri la vagina di sua moglie, scrive:
Bene Orban che ha avuto il coraggio di opporsi alla dittatura LGBT In Ungheria, garantendo nella costituzione il diritto dei bambini a vivere con mamma e papà. Ognuno nel privato faccia come vuole, ma i diritti dei minori vengono prima di tutto.
Pare preoccupante che i leghisti si eccito davanti ad azioni immorali e depravate che hanno scandalizzato tutta Europa. Ed il messaggio è chiaro: se lui otterrà il potere, il Medioevo sembrerà moderno rispetto a quello che lui vorrebbe infliggere agli italiani.
Ben diversa è la reazione del deputato Alessandro Zan, il quale chiarisce:
È chiaro ormai che paesi come Ungheria e Polonia utilizzano le vite delle persone lgbtq come terreno di scontro ideologico con le istituzioni europee. Deve però essere altrettanto chiaro che chiunque all’interno dell’UE mette in discussione i diritti umani lo fa contro tutte le cittadine e tutti i cittadini degli Stati membri. Dobbiamo sentirci chiamati in causa, perché questo è un attacco ai principi fondamentali di uguaglianza, rispetto e libertà che stanno alla base dell’Europa stessa e che noi in quanto italiani ed europei abbiamo contribuito a fondare. Quello di oggi è un ulteriore schiaffo della destra sovranista a cui le istituzioni europee devono rispondere. A cui l’Italia deve rispondere, combattendo odio e discriminazioni, facendo capire chiaramente che stiamo con l’Europa dei diritti e dell’inclusione, dove non c’è spazio per omotransfobia e misoginia, tantomeno di Stato.
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