Arrestata la sindaca leghista di San Germano Vercellese: rubava ai poveri per dare ai ricchi

A sostegno del sequestro di migranti da parte di Salvini, amava scrivere "processate anche me" sul suo profilo Facebook. Sarà accontentata.
È stata infatti arrestata stamane la sindaca leghista di San Germano Vercellese, Michela Rosetta, a seguito di un'inchiesta della Procura di Vercelli. Insieme ad altri quattro arrestati e sette indagati, la leghista utilizzava i fondi stanziati per gestore l'emergenza Covid-19 al fine di acquistare prodotti destinati ai suoi amici e parenti. A sfregio delle regole, i pacchi alimentari venivano negati ad anziani non autosufficienti, stranieri in difficoltà e nuclei con redditi bassi o con figli minori o disabili, destinandoli illecitamente a persone che non ne avevano alcun diritto o a famiglie con redditi superiori ai 7.000 euro mensili.
Oltre a rubare ai poveri per dare ai ricchi, la sindaca leghista si procurava anche di trattenere per sé stessa e per i propri amici i prodotti più costosi, come mozzarelle e mazzancolle, mentre aveva dato mandato di consegnare ai reali destinatari degli aiuti solo quello che lei definiva «pacco da sfigato», contenente cibi più scadenti e di minor pregio. Una donna straniera che aveva chiesto cibi compatibili con la sua religione è anche stata punita facendo finire il suo nome in fondo alla graduatoria: la sua documentazione è stata distrutta e gli è stato impedito di ricevere sussidi. Quest'ultimo fatto le costerà l'aggravante della discriminazione e odio razziale.

Nel documento degli inquirenti si spiega che:

Accanto alla distribuzione fortemente iniqua delle derrate alimentari, in violazione dei principi di imparzialità, pubblicità e trasparenza della Pubblica Amministrazione è stato accertato ed è contestato l’acquisto, da parte del Comune con fondi pubblici, di generi alimentari non essenziali, come nel caso di taluni prodotti surgelati, quali mazzancolle tropicali e capesante. Per il solo Consigliere Comunale Giorgio Carando sono altresì stati accertati numerosi episodi, monitorati dai militari dell’Arma sia attraverso le intercettazioni tra presenti sia mediante monitoraggio satellitare della sua autovettura, in cui questi, avvalendosi delle proprie funzioni, ha avuto accesso al magazzino ove erano custodite le derrate, asportando una parte consistente di prodotti di cui si è impossessato a vantaggio proprio o dei propri familiari.

Sono inoltre emerse irregolarità sull’approvvigionamento di 2.000 mascherine protettive, acquistate dal Comune presso una ditta campana che risulta legata per motivi professionali al consigliere Carando a fronte di preventivi ben più economici forniti da diversa azienda operante nello specifico settore.


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