Ennesima diffamazione dai seguaci di don Bianchi: «Quelli di Gayburg sono disagiati con tendenze pedofile»


C'è un motivo se persino Del Debbio abbia bussato alla porta di don Mirco Bianchi per chiedergli conto del suo sostenere che i gay sarebbero «malati» o del perché la sua propaganda anti-gay porti i suoi seguaci ad inventarsi che verrà introdotto un fantomatico «reto di eterosessualità». La sua visibilità mediatica deriva da come il parroco di Gatteo a Mare abbia ormai conquistato una certa popolarità tra neofascisti ed intolleranti grazie ai suoi continui ed efferati attacchi contro i gay e le loro famiglie.
Fa dunque sorridere che il sacerdote ci accusi di un reato penale come lo «stalking» a fronte del tempo che ci ha fatto perdere nel dover smontare le sue fake-news o nel dover denunciare la sua propaganda di istigazione all'omofobia, peraltro ravvista anche dai programmi populisti. Se l'inviato di Del Debbio è arrivato sin da Roma per occuparsi di lui, non è strano che un sito che difende i diritti delle sue vittime sia costretto a doverne parlare. Eppure, è forse sperando di aizzare i suoi seguaci contro Gayburg, che sui social scrive:


Se lui dice che esisterebbero 100 articoli che lo riguardano, il sacerdote omette di raccontare l'evidenza di come esista un numero ben maggiore di messaggi omofobi o contro le donne che hanno richiesto il nostro commento. E dunque, stando alla sua teoria, anche noi dovremmo poter andare in giro che lui che lui è uno stalker a cui il Miur ha opinabilmente affidato degli studenti di una scuola pubblica romagnola.

A riprova di ciò, è solo pochi minuti dopo aver scritto i suoi insulti che don Mirco ha invitato i suoi proseliti a non riconoscere l'identità di chi non è ritenuto conforme alle sue fantasie sessuali:


Se non vuole essere contestato, perché abusa del suo abito talare per giurare il falso e fomentare odio?

Già in passato il prelato ci dedicò le sue attenzioni, accusandoci di «venire dal demonio», di renderlo vittima di «persecuzione» o di essere «cattivi». Tentò anche di usare la preghiera come insulto annunciando di voler «pregare» contro di noi, accostandoci ad un commento a lui sgradito scritto da chissà chi. Nel frattempo, però, non ha mai smesso un solo secondo di attaccare, insultare e denigrare i gay, proponendosi come quello che vuol giudicare senza essere giudicato. Se leggesse i Vangeli al posto di scrivere su Twitter, forse saprebbe cosa diceva Gesù al riguardo.

Fomentato da don Bianchi, un suo proselito ci accusa con toni diffamatori di essere «nemici della chiesa», augurandoci delle punizioni divine ed inventandosi persino che l'omofobia renderebbe "pro-family":


Ma questi signori sono certi che non sia il loro don Mirco a tradire Gesù Cristo facendosi promotore di un attacco alla natura e alla verità? Chi mai ha detto che Dio debba essere ritenuto omofobo e malvagio solo perché il parroco di Gatteo Mare ama dipingerlo così?

Pare invece ambire ad una denuncia per diffamazione aggravata un suo proselito cagliaritano leghista che, dopo averci bloccato nella presumibile speranza di nasconderci quelle sue insinuazioni che parrebbero avere rilevanza penale, scrive:


Non sappiamo se il signore si riferisca alle accuse deliranti inventate da Zaira Bartucca o se si sia ispirato all'intervista diffamatoria che le ha rilasciato Mario Adinolfi usando proprio quei termini. Ma chissà, magari il cagliaritano lo potrà spiegare ai giudici e magari aggraverà anche la posizione giudiziaria del suo mandante.
Sarà anche che loro sono quelli che amano raccontarsi che i reati d'odio sarebbero "libertà di opinione", ma accusare qualcuno di «disturbi psichici», di «crimini» e di «tendenze pedofile» rientra nel reato penale di diffamazione aggravata. E non va meglio il suo accusare i lettori di Gayburg di essere «disagiati» sulla base di teorie folli che parrebbero provenire da un Adinolfi che si diverte a lanciare accuse infamanti mentre lui si portava i preti pedofili tra le fila delle autorità durante i suoi comizi omofobi patrocinati dalla Larga.
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