Gli aberranti manifesti elettorali degli adinolfiniani che usano i bambini
Il partito di Mario Adinolfi non pare accontentarsi di molestare quei ragazzini che vogliono siano condannati a subire il bullismo omofobico da loro promosso, ma continuano a proporsi anche come dei violenti rancorosi che sanno solo insultare e insegnare il bullismo ai loro figli.
A seguito del nostro commento al manifesto sessista di istigazione all'odio confezionato da Massimiliano Esposito sulla falsa riga dei manifesti della DC del 1943, l'esponente adinolfiniano scrive:
Peccato che il signor Esposito non possa sapere se quel bambino sarà eterosessuale, motivo per cui pare ipocrita il suo dire che mamma o papà dovranno consegnarlo alla discriminazione qualora osi non essere conforme al loro pensiero unico. E di certo non è per i bambini che il loro Mario Adinolfi ha portato sui palchi dei suoi convegni elettorale un Luca Di Tolve che promuoveva quelle screditate teorie di Nicolosi che hanno portato alcuni genitori omogoni sino a spingere al suicidio i loro stessi figli.
Inoltre potrebbe spiegarci quale "realtà" verrebbe negata in articoli che riportano i fatti, anche se è facile temere che quelle accuse siano solo mera diffamazione.
Secondo copione, arriva pure la loro Sara Reho a firmare rancirosi insulti gratuiti:
Se il suo sostenere che noi la invidieremmo è pura diffamazione, patetico è il suo ripetere accuse infondate miste ad insulti. Già a gennaio diffuse le accuse diffamatirie di Adinolfi, inventandosi che noi avremmo «diffamato due bambine» e che saremmo insani di mente perché abbiamo ricordato ad Adinolgi che il suo battersi contro i diritti delle donne finirà con l'avere ripercussioni anche su quelle sue figlie che usa a fini elettorali:
Insomma, la solita campagna del fango che tanto piace agli estremisti. E dicono che saremmo sgrammaticati? Bhe, meglio sgrammaticati che adinolfiniani.