Gli squallidi manifesti di Adinolfi: «Madre! Salva la tua famiglia dalla ideologia arcobaleno»
Il partito omofobo di Mario Adinolfi ha lanciato una patetica campagna di istigazione all'odio che invita le madri a garantire che i propri figli siano resi vittima di discriminazione ed odio qualora osino risultare non conformi ai pruriti sessuali del loro leader.
Ad annunciarlo è Massimiliano Esposito, il quale condisce le sue invettive con attacchi contro la libertà religiosa e contro chiunque non si dica di estrema destra come quel suo leader che solo pichi anni fa voleva diventare segretario del Pd (ovviamente senza manco avvicinarsi a farcela):
L'aberrante manifestino, che sembra ispirato al Ventennio, mira ad abusare dei bambini come scusa per attaccare le famiglie gay. Peccato che siano proprio quelle madri a partorire quei figli gay che Adinolfi vuole esporre al bullismo e alla discriminazione.
Nella fattispecie, il partito di Adinolfi si è ispirato ad una campagna della DC del 1948. Ai tempi facevano terrorismo inventandosi una fantomatica "ideologia bolscevica" e si proponeva un ruolo della donna come l'angelo del focolare, la madre, la moglie e la sposa in opposizione alle sinistre che si riferivano alle donne come elemento dinamico e attivo della società. Come recita un volantino del Fronte: “Lavori e ti spezzi la schiena e ti rovini le mani, proprio come un uomo. E perché allora il tuo salario non è uguale a quello degli uomini?”.
La DC preferiva invece stampare manifesti come questo:
Ovviamente andava di moda sostenere che opporsi ai diritti servisse a «difendere» qualcosa, si faceva leva sul campanilismo o si raccontavano scenari apocalittici su come il divorzio avrebbe «distrutto la famiglia». Andava di vogs anche l'uso politico dei bambini e l'abuso elettorale della religione, esattamente come avviene oggi da parte del partito di Adinolfi:
Insomma, con Adinolfi si torna indietro di settant'anni, veloci verso il Medioevo. E nei suoi slogan pare vantarsi del suo proporsi come un gruppo d'odio anti-gay.