Il partito di Adinolfi oltre il ridicolo: «Zan chiuda il sito-vespasiano di Gayburg»
Mentre Mario Adinolfi frigna che al suo amato Donald Trump non venga permesso di usare i social network per aizzare all'odio gli estremisti, il suo partito risulta impegnato nel chiedere la nostra censura. Ovviamente tentano di cavalcare la polemica che il loro leader ha creato in combutta con Zaira Bartucca contro un articolo in cui si osservava che il suo voler obbligare le donne a figlire secondo il modello sovietico finirà con l'avere effetti anche sulla sua stessa prole. Ed ovviamente lui ha tramutato quella difesa del diritto di scelta delle donne in un fantomatico attacco alle sue figlie.
Massimiliano Esposito, in qualità di dirigente del loro partito che già in altre occasioni sponsorizzò gli attacchi della Bartucca, chiede a Zan, Boldrini e Cirinnà di chiudere il nostro sito (da lui definito "sito-vespasiano") in quello che ha tutta l'aria di uno sfottò degno del tizio che invita i genitori ad essere omofobi con i figli:
Fregarsene di come le donne meriterebbero rispetto da un Adinolfi che vorrebbe impiegarle come vacche da riproduzione, tra i commenti raccoglie il solito odio della sua gente, la quale ostanta fieramente di non aver capito neppure capito che il tema era il diritto di scelta delle donne. Parlando di gay nei termini di "anormali" o persone da "curare", scrivono:
Ma forse un commento ci spiega l'infondatezza della polemica di Adinolfi, dato che i suoi stessi seguaci osservano che neppure la lobby fondamentalista pare disposta a prestarsi a quella mistificazione:
Il post sembra ricalcare anche l'abitudine di Adinolfi a lamentarsi che gli altri non dicano quello che lui vorrebbe. Sempre inveendo contro chi osa contrastare le sue campagne contro le donne, contro i bambini e contro le famiglie, ad esempio scrive:
Peccato che Luca Bizzarri, fratelli Guzzanti, Vauro, Zerocalcare e Makkox non aizzino le persone ad assaltare armati il Capitol Hill.