Provita Onlus difende gli integralisti che aggrediscono le donne davanti agli ospedali


L'organizzazione Provita Onlus è tornata a rendersi ridicola nel definire «aconfessionali» dei tizi che importunano le donne davanti agli ospedali brandendo dei crocefissi con attaccati dei feti in plastica. Tirandoci in ballo nella loro difesa di chi vorrebbe imporre il suo volere con la forza, è attraverso un articolo di tal Luca Marcolivio che scrivono:

Agli ultraliberal di Gayburg e dell’UAAR non dà fastidio tanto che in Italia esistano degli antiabortisti. Ciò che più irrita questi e altri gruppi sedicenti libertari è che possano esservi pro life che manifestano in piazza il loro pensiero. Persone che liberamente possono ancora dire: “L’aborto è omicidio”. “Ora et Labora in difesa della vita” è una di queste associazioni apolitiche, apartitiche e aconfessionali che, in particolare nel Nord Italia, senza alcuna “sponsorizzazione illustre”, da qualche anno portano avanti manifestazioni pacifiche, con veglie di preghiera per la vita nascente, volantinaggio e informazione su tutte le tematiche di bioetica.

Il riferimento è presumibilmente ai convegni di promozione delle fantomatiche "terapie riparative" dell'omosessualità organizzate dal gruppo. Ed è difficile si possa definire "pacifico" chi va davanti agli ospedali ad urlare insulti contro le donne.

Sostenendo che il medico che ha denunciato un'aggressione da parte di Giorgio Celsi sarebbe un cattivone, scrivono:

La loro presenza è diventata così costante che qualcuno ha iniziato a sentirsi minacciato. Federico Emanuele Pozzi, il medico trentenne che ha aggredito due manifestanti davanti all'ospedale San Gerardo di Monza, è recidivo. Secondo quanto riferiscono i volontari di Ora et Labora, già lo scorso 15 gennaio, il giovane specializzando aveva insultato il gruppo pro life, che è solito recarsi davanti all'ospedale ogni due venerdì. Questa volta però, il dottor Pozzi ha dato ancor più in escandescenze, alzando le mani contro un volontario, peraltro ultrasettantenne.
Intervenuto a difesa dell'amico, Giorgio Celsi, è stato aggredito a sua volta, rimediando un'escoriazione alla mano, giudicata guaribile in dieci giorni. Ancora profondamente scosso dall'accaduto, Celsi è stato raggiunto telefonicamente da Pro Vita & Famiglia, a cui ha svelato in esclusiva alcuni particolari della vicenda.

Al solito, il gruppo forzanovista propone la sua versione dei fatti, ignorando le denunce sporte contro i loro beniamini che, a settant'anni, aggrediscono le donne e organizzano assembramenti davanti agli ospedali.
Surreale è anche come tacciono sul fatto che alcuni membri di quel gruppo d'odio siano esponenti della loro organizzazione.
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