Riparte da Maria Rachele Ruiu la solita campagna diffamatoria integralista contro Gayburg
Con il nuovo anno, è ripartita la solita campagna diffamatoria orchestrata dal fondamentalismo organizzato contro chiunque osi dissentire dal loro pensiero unico.
Il 30 dicembre la signora Maria Rachele Ruiu, membro del comitato omofobo di Gandolfini e curatrice di un corso di educazione sessuale biblica che invita gli adolescenti a fare sesso non protetto, era come sui solito impegnata ad inveire contro il diritto di scelta delle donne, dicendo che lei vuole obbligare le donne al parto solo dolo averle privare di una sana educazione sessuale. E da lì è partito il solito attacco gratuito:
In realtà non ci occupiamo della signora Ruiu da mesi, ma la signora debutta raccontando che suo marito la guarderebbe molto meno di noi. A spronarla a quei commenti è un suo amichetto prete che ormai ci perseguita da anni, insultandoci, diffamandoci e inventandosi calunnie vergognose.
Ricorrendo al classico bullismo di quelli per cui i reati d'odio sarebbero "libertà di espressione", il signorino si inventa che ogni parere contrario alle loro invettive sarebbe un «insulto». Peccato che il signorino dovrebbe provare a spiegare le sue accuse dato che scriver ecerte cose puzza del rato penale di calunnia e di diffamzione.
La loro tesi è comunque chiara: loro sostengono che la loro Ruiu dovrebbe poter organizzare decine di comizi volti a chiedere che agli altri siano negati i suoi stessi diritti in virtù di come lei si reputi più "ariana" degli altri in virtù di come si faccia scopare, ma poi chiedono che si vieti e si impedica qualunque opinione non sia conforme al pensiero unico promosso dalla loro lobby.
Dato che la loro lobby è anche misogina, non manca la solita derisione del contrasto al sessiamo con il prete che si inventa che non si possa dissentire da donna in quanto donna. Ed ovviamente è ora diffamazione il suo inventarsi che noi insulteremmo le donne mentre la sua Ruiu accoglieva a Verona quel prete ortodosso patrocinato dalla Lega di Salvini che va in giro a dire che i mariti avrebbero il diritto di picchiare le mogli. Il tutto senza osservare quali insulti la signora Ruiu abbia riservato ai gay, alle loro famiglie e ai loro affetti.
L'ossessione dei fondamentalisti contro di noi pare evidente, arrivando ad insultarci anche mentre invitano a rinnegare i vescovi per affidarsi alla propaganda omofoba di Riccardo Cascioli, a loro evidentemente più gradito in quanto vicino ai partiti promossi da Gandolfini:
Agendo sempre come uno stalker, l'amichetto della Ruiu arrivò anche ad accusarci di essere simpatizzanti della pedofilia:
Insomma, non solo si inventa che Mieli fosse pedofilo perché lo sostiene Silvana De Mari, ma ci attribuisce anche una fantomatica sponsorizzazione di imprecisate "tesi pedofili". Insomma, un'altra falsa testimonianza che ci mostra quale gente frequenti la signora Ruiu.
In quella loro abitudine ad usare la religione come come strumento d'odio, l'amichetto della fondamentalista si divertì anche a pregare ereticamente contro le persone:
I n quel suo insultare tutti e tutto, lo troviamo anche a insultare professor Burioni, ad invitare Adinolfi a denunciare le opinioni sgradite alla lobby integralista o a inventarsi che noi saremmo fascisti e che picchieremmo la gente:
Sempre inventandosi notizie false e calunnie, chiedeva pure alla la Boldrini e alla Cirinnà di denunciarci per aver osato ricordare la verità sulle due famiglie di Adinolfi:
Arrivando a veri e propri sfottò, il signorino pare divertirsi a raccontare che i gay dovrebbero occupatosi di finanziare le manifestazioni che Jacopo Coghe organizza contro i loro diritti. Sempre alterando il significato delle parole in quella loro propaganda basata sulla falsità, scrive:
Fa poi sorridere che a dire che noi infetidiremmo le donne perché contestiamo le dichiarazioni pubbliche della sua Riui o quei suoi progetti che mirano an andare nelle scuole ad incentivare il sesso bareback fra gli studenti sia un tizio che contro di noi ha scritto centinaia di messaggi, premurandosi spesso di minacciare denunce o di rendere noti dei dati personali che potessero mettere a repentaglio la vita di chi osa dissentire dalla sua amichetta integralista: