Zaira Bartucca rilancia le sua bufale contro Gayburg, ma nasconde gli insulti alla Procura
In quella sua incessante campagna diffamatoria incentrata sull'inventarsi false accuse di pedofilia, la populista Zaira Bartucca ha pubblicato un «aggiornamento» di tre paginette di tre cosiddetti "articoli" che ha scritto contro Gayburg.
Senza aver mai dato seguito alle richieste di rettifica (preferendo risponderci con minacce inviate in copia a quello che lei sostiene sia il suo avvocato), la signora ha integrato la sua diffamazione dicendo che noi daremmo fastidio a quel Fabio Tuiach che si dichiara fascista, simpatizzante dell'Isis, sostenitore dei suprematisti bianchi e favorevole alla sistematica uccisione dei gay. Dice anche che noi saremmo dei cattivoni a definirlo "razzista" mentre lui etichetta le persone di colore con epiteti offensivi e incoraggia chi dice che bisognerebbe sparargli dai balconi perché ritenuti "ratti" che portano malattie.
Ed è così che le false asserzioni del precedente articoli sono state integrate con nuovi deliri. Ad esempio, dice che il nostro sito avrebbe «forti connotazioni ideologiche e sessiste e l’utilizzo di pratiche bullizzanti presumibilmente volte a creare stigma sociale».
Forse ignara che una citazione andrebbe contestualizzata e riportata integralmente, dichiara anche:
I malcapitati oggetti delle invettive di Gayburg sono tutti “omofobi”, “razzisti”, “transfobici”, “negazionisti”, “populisti”. Quelli che non vorrebbero essere etichettati, hanno dunque l’etichetta molto facile. Sul sito scopriamo asserzioni singolari, per esempio che la giornalista Costanza Miriano sia una “fondamentalista”, che “Giorgia Meloni ha abusato di sua figlia“, che Gandolfini “annunciava violenze sui bambini” o che il co-fondatore di questo sito volesse “sterminare i gay”. O di un Tuiach che “si lancia nello stupro di un cadavere”. Tantissime, inoltre, le allusioni alla violenza sui minori e sui bambini. Diversi i tweet e i testi archiviati da questo sito, e inseriti in diverse denunce/querele e memorie difensive presentate presso la Procura della Repubblica di Roma dall’avvocato Maria Cristina Tabano e dall’avvocato Luigi Fratini.
Analizzando le modifiche apportate, scopriamo che la signora ha aggiunto la frase secondo cui «quelli che non vorrebbero essere etichettati, hanno dunque l’etichetta molto facile». Ha poi eliminato la frase in cui ci accusava di aver sostenuto che «il co-fondatore di questo sito volesse sterminare i gay», facendo sparire il suo sostenere che «su quest’ultimo assunto, la verità è che l’interessato ha risposto esasperato a due settimane di pressioni provenienti da centinaia di account».
In pratica, ha cancellato la sua ammissione riguardo al contenuto di quei tweet.
Ha poi aggiunto il nome di un avvocato alle denunce che sostiene di aver depositato contro di noi, con l'obiettivo di censurare la nostra libertà di espressione, facendo però sparire la frase in cui pareva voler insultare una pm dicendo che la causa era nelle mani di un pubblico ministero che non la aggrada in quanto già impegnata a indagare sulle accuse di diffamazione aggravata depositate contro di lei:
La Pm Antonia Giammaria, la stessa che mi indaga per il lavoro documentato sul sistema Riace, fino a questo momento non ha ritenuto di dover procedere.
La frase «Gayburg risulta vicino alla parte più estremista dei “democratici” e degli stessi progressisti» è diventata: «Gayburg ideologicamente risulta vicino alla parte più estremista dei “democratici” e degli stessi progressisti», quasi come se la signora sapesse che l'asserzione era falsa. Ed ancora, la sua diffamazione del ragazzo che lei si è inventata scriverebbe per noi è stata ampliata, con la signora Bartuicca che non risparmia insulti a lui, a sua madre e alla sua famiglia:
In paese non è conosciuto quasi per nulla, se non per il legame di parentela che lo lega all’ex gestore di una pizzeria. Si definisce un “femminista” patito “dell’auto-determinazione della donna”, eppure la madre con cui abita si è auto-determinata a fare la casalinga. I retaggi “da patriarcato” nel caso della madre sono dunque perdonati. Nella tesi di laurea scrive che il fratello piccolo gli ha “insegnato ad amare e ad essere ancora più progressista”. L’argomento del pugno di pagine è la parità di genere, anche se le donne sul suo sito sono il bersaglio prediletto: a partire dalla sottoscritta per continuare con le altre. Gli uomini? La dicotomia è tra quelli da disprezzare in quanto portatori di un determinato orientamento o di determinate opinioni, e tra quelli da adorare in quanto svestiti.
La teoria per cui Gayburg odierebbe le donne puzza di diffamazione, dato che il problema della Miriano non è che sia donna ma che si batta perché si neghi una sana educazione ai bambini e che si insegni nelle scuole a praticare sesso non protetto in quanto lei considera «aborto» anche il semplice uso di un preservativo. Curioso è anche il suo sostenere che noi disprezzeremmo gli uomini a meno che non siano svestiti, anche perché poi dovrà sostenere queste sue teorie diffamatorie.
La frase «No perché, se tutti sono ovviamente uguali, lo sono anche davanti alla Legge e davanti a possibili reati. Non ci sembra che esista il non luogo a procedere per determinate categorie sociali, eppure all’indirizzo di Gayburg abbiamo inviato tante denunce che sono rimaste lettera morta» è diventata: «Richiamare Gayburg alle proprie responsabilità è da omofobi? No perché, se tutti sono ovviamente uguali, lo sono anche davanti alla Legge». Anche qui ha cancellato l'ennesimo attacco alla Magistratura, da lei accusata di rispondere al popolo e non alle sue pretese.
Il vecchio articolo si chiudeva con dieci domande alla sua vittima, ossia al ragazzo che la signora Bartucca molesta da mesi giurando il falso riguardo alla sua partecipazione alle attività redazionali di Gayburg:
Ora le domande sono diventate solo otto, peraltro riviste e corrette:
Nelle domande a Gayburg, la signora cancella le sue alcune illazioni, ad esempio affrettandosi a nascondere il suo chiedere: «Come mai il partito Possibile su Twitter segue un piccolo sito
come il vostro, fino a qualche tempo fa blog?».
In realtà anche oggi siamo un blog, ma forse la "giornalista" si dente troppo "giornalista" per riuscire a capire dei semplici fatti.
Il secondo articolo modificato si intitolava "Come abbiamo verificato che dietro Gayburg c’è l’attivista Pietro *****" ed ora si chiama "Come abbiamo verificato che dietro Gayburg c’è tale
Pietro *****". Ovviamente lei mette anche il cognome, ma la sua vittima è passata dall'essere definito "attivista" all'essere considerato "un tale".
Anche qui la Bartucca ha fatto sparire le sue offese alla Procura, cancellando la frase in cui diceva che le sue fake-news fossero «un lavoro di cui potrà giovarsi anche chi come noi ha inoltrato denunce e querele rimaste lettera morta a causa delle irregolarità del sito. Lo stiamo per mettere a disposizione degli inquirenti, allegandolo alla querela contro noti».
Nella nuova versione dell'articolo, spariscono i suoi riferimento al «giornalista di Q Code» e ad imprecisate «ammissioni dell’attivista nel corso di un’intervista», così come ha fatto sparire i suoi insulti a Mimmo Lucano nel suo sostenere che i voti che avrebbe preso il ragazzo da lei perseguitato sarebbero:
Più o meno quelli presi da Mimmo Lucano. La sua parabola discendente, nonostante la giovane età, ricorda insomma quella dei sepolcri imbiancati descritti nel Vangelo, sempre pronti ad ammantarsi di apparenti giuste cause per poi nascondere, al loro interno, “ipocrisia e iniquità”. Una ipocrisia che oggi terminiamo di smascherare. Pensare che “Gayburg” ha negato in una decina di articoli di essere riconducibile a Pietro *****. Ora al “leprotto” di ***** non restano che le figure barbine.
Rimarcato che lei avrebbe pagato l'avvocato Luigi Fratini allo scopo di impedirci di poter esprimere la nostra opinione o di poterci difendere dalle fake-news diramate attraverso il suo sito e i suoi account social, la Bartucca ha fatto sparire l'intero paragrafo intitolato "L’obbligatorietà dell’azione penale" in cui sosteneva:
In Italia l’obbligatorietà dell’azione penale è sancita dall’Articolo 112 della Costituzione (“L’azione penale è pubblica e il pubblico ministero ha l’obbligo di esercitarla in conformità della legge, senza poterne sospendere o ritardare l’esercizio per ragioni di convenienza”). In pratica, denunce e querele danno impulso al lavoro dei pubblici ministeri, che non possono ignorare le richieste dei cittadini a propria discrezione. Questo articolo della Costituzione sta facendo in modo che da un lato la responsabile di Rec News sia indagata per il suo lavoro e per quello del sito sul sistema Riace, ma permette anche (inspiegabilmente) che le illazioni e le invettive di Gayburg siano rimaste – ad oggi – impunite. Ma ora, con la prima querela contro noti, non ci sono più scuse.
Nel terzo articolo modificato dalla Bartucca, la sua vittima passa dall'essere definito «attivista» all'essere chiamato «26enne neo-laureato». Elimina il suo dire che Gayburg farebbe «cosiddetta informazione» prima di concludere dicendo che: «L’universo arcobaleno più estremista si
configura sempre più come una élite che si considera intoccabile, e che crede di poter
stare al di sopra delle regole e delle leggi. Altro che discriminazioni».
Tutti i tre articoli sono stati ri-datati 1° gennaio 2021, proponendoli come se fossero nuovi e facendo sparire la vecchia url. Ma la signora può anche non preoccuparsi: quel materiale è stato già archiviato e classificato prima che lei cercasse di farlo sparire.
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Update 16:50. Come sua prassi, la signora Bartucca ha risposto a questo articolo con insulti e minacce, scrivendo:
Peccato che il suo pubblicare istericamente le sue fake-news non le renda vere, semplicemente rischia di aggravare la situazione diffamatoria e persecutoria contro chi viene costretto a doverla sbugiardare in continuazione. Interessante è anche quel suo darci del "tu" come se volesse ostentare la sua arroganza nel mancare di rispetto alle persone, così come è curioso dica che aggiornare gli articoli sia un "dovere" anche se non ha ancora smentito la falsa notizia della falsa morte della vaccinata di Coronavirus che c'è sull'home page del suo sitarello.
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