Adinolfi elogia l'assassino di Maria Paola: «Io avrei fatto esattamente come lui»
Il fondamentalista Mario Adinolfi pare si sia messo a starnazzare che l'omicidio è cosa buona e che anche lui avrebbe ucciso sua sorella se lei avesse avesse osato frequentato un ragazzo che a lui non stava bene.
Facendo branco con la sua solita Sara Reho, ha deciso di inventarsi che l'arresto di Ciro per arrestato per presunto spaccio avrebbe giustificato il fratello ad ucciderle la sorella che lo frequentava. Peccato che la famiglia della vittima non abbia mai accusato il ragazzo di spaccio e che dunque è evidente che non lo sapessero. E forse dovremmo anche domandarci quanto la transfobia promossa dagli adonolfiniani obblighi le persone trans a sopravvivere di espedienti dato che Adinlfi difende a spada tratta chi li discrimina sul posto di lavoro.
Fatto sta che il fondamentalista dice che una donna non debba poter frequentare chi vuole e un fratello, in quanto uomo, deve sentirsi legittimato ad ucciderla pur di privarla del suo diritto di scelta. Inoltre si inventa che quell'arresto si un ottimo pretesto per negare l'esistenza dell'omofobia mentre la sua amichetta continua a divertirsi a parlare al maschile delle donne trans per ostentare la sua ostentata transfobia. Il risultato è questa porcheria:
Due fondamentalisti che stuprano una ragazza morta per negare l'omofobia da loro promossa sono incommentabili. Ed incommentabile è un Adinolfi che defeca il suo odio da sciacallo che in più occasioni ha cercato di mettere a frutto il suicidio di sua sorella per farsi campagna elettorale elettorale.
A proposito, non è stupefacente che l'essere stata investita dall'auto del fratello e l'essere stata lasciata morire agonizzabte perché lui voleva picchiate il suo fidanzato vengano descritti da Adinolfi come «un incidente» e non come un omicidio?
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