C'è il partito di Mario Adinolfi dietro l'ennesimo raid punitivo contro una famiglia gay
C'è ovviamente il partitino suprematista di Mario Adinolfi dietro all'ennesimo attacco contro le famiglie che ci mostra di quale orrendo odio contro-natura siano capaci i suoi proseliti.
Tutto ha avuto inizio con un post in cui due genitori hanno festeggiato l'arrivo del figlio. Gabriele Marconi, esponente bergamasco del partito di Adinolfi, ha pensato di dover mostrare ai suoi figli come si fa bullismo: ha preso il post, ha preso le fotografie dei due papà d ha aizzato gli squadristi del suo partito contro di loro.
Mostrando sino a quale livello di malvagità possa spingersi certa gente, il molestatore di famiglie ha ritenuto di poter anche accusare i due papà di essere «abusatori, violenti e schiavisti». Partendo con la sua idealizzazione della figura materna in quel suo voler far finta che non esistano milioni di bambini che vivono in uno stato di abbandono o famiglie dove mamma fa prostituire i figli minorenni, scrive:
Oltre ad importunare ripetutamente il minore e a diffondere i suoi dati personali, il signor Marconi allega anche una bella fotografia segnal4etica con i nomi, le fotografie e altri dati personali riguardanti le sue vittime.
Raccogliendo l'invito all'odio di Marconi, con il supporto di quella solita Annarosa Rossetto che è esponente di Provita Onlus, delle Sentinelle in Piedi e della confraternita di Gandolfini, tra i commenti troviamo frasi inaccettabili e insulti contro quei bambini che loro paragonano a cani mentre chiedono che i loro genitori siano arrestati. Il tutto con Marconi che pare divertirsi un mondo a scrivere il nome del minorenne a cui lui vorrebbe rovinare la vita:
Speriamo ci siano gli estremi per denunciare le molestie del signor Marconi e per i violenti che hanno partecipato alla sua campagna diffamatoria. E forse non ha tutti i torti chi, tra i commenti definisce, Marconi e gli altri jihadisti adinolfiniani come una «pedomafia».