Il consiglio comunale di Trieste condanna Tuiach, lui sbraita i suoi soliti sproloqui omofobi


Pare relativamente blanda la presa di posizione del consiglio comunale di Trieste e del prefetto della città verso il bullismo manifestato dal consigliere Fabio Tuiach contro un intero gruppo di cittadini. Durante la seduta di oggi, il presidente Francesco Panteca si è limitato a dichiarare che è con «il pieno sostegno del Prefetto Valenti e del Sindaco Dipiazza» che a nome dell'aula prendeva le distanze dal post di Tuiach che decideva la vittima di un pestaggio omofobo mentre suggeriva che lo sterminio dei gay avrebbe risparmiato ai fascisti la fatica di doverli aggredire.
«Desidero esprimere una ferma condanna per quanto avvenuto e piena vicinanza alla vittima -ha dichiarato Panteca- Prendiamo le distanze da un comportamento così disonorevole».


Manifestando la sua indole da bullo omofobo, è durante un intervento a sostegno delle ronde fasciste che l'immigrato istriano si è messo a starnazzare contro il consiglio comunale: «Noi continuiamo a accogliere migranti che fuggono dalla violenza di genere. Lo sapere perché sono qui i nigeriani?? Lo sapeteee??? Perché c'è la pena di morte per i gay. Eppure è cosìììì!!! Noi avevamo i nigeriani che spacciavano. I nigeriani hanno ucciso quelle ragazzine. I nigeriani erano qui perché fuggivano dalla violenza di genere. In Nigeria c'è la pena di morte per gli omosessuali. Abbiamo dato protezione internazionale a quei nigeriani che hanno ucciso quelle ragazzine. A Trieste non è successo perché noi cattivi siamo intervenuti».


Suo social russi, ripete poi come un disco rosso lui sarebbe omofobo perché razzista, facendo intendere che il comune avrebbe approvato le sue iniziative «fasciste»:


Insomma, a detta sua, i fascisti avrebbero ottenuto il dominio sulle strade con la complicità della giunta. Ed ovviamente c'è da dubitare che abbiano «salvato vite» e non dato sfogo a quel razzismo di cui Tuiach ama vantarsi, soprattutto a fronte di un suo intervento che lo ha visto sostenere che gli spacciatori sarebbero necessariamente nigeriani.
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