Il partito di Adinolfi definisce «abusatori seriali» i genitori gay
Pare fuori controllo l'odio di Mario Adinolfi contro la famiglia. Se lui se ne va da Del Debbio a chiedere un divieto alle famiglie gay, nel suo partito inneggiano ad atti di pura perfidia contro i bambini. Il tutto nell'ipocrisia di come lui goda di piene tutele giuridiche per quelle sue figlie che ha concepito nel peccato insieme a una concubina che i loro dogmi ci dicono non debba poter essere riconosciuta come sua moglie dato che lui ha sposato un'altra donna dinanzi a Dio.
In confronto al suo sostenere che i diritti dei bambini non debbano essere anteposti all'odio del loro partitino, è inveendo contro la Consulta che il loro Gabriele Marconi ci spiega che per loro gli stupratori sarebbero padri e che i padri sarebbero «abusatori seriali» se non conformi ai pruriti sessuali del loro leader:
È sul linguaggio che si fa la prima battaglia. I nostri avversari pretendono di chiamare dei bambini ottenuti tramite eterologa e gestazione su richiesta “figli di una coppia gay”. Noi ci limitiamo a chiamarli “bambini”, come se il loro stato di fatto fosse semplicemente definito dall'età, come se la loro vulnerabilità dovesse rendersi autoevidente. Così, quando la Corte Costituzionale chiede tutele per quei bambini, lasciamo campo a che ci possano essere due posizioni equivalenti, anzi di cui una prevalente, quella per cui la tutela debba passare da un riconoscimento deformativo di uno status di filiazione nonostante la stessa Consulta lo dichiari «inammissibile» nella medesima sentenza (e in molte altre).
Cominciamo a chiamarli non solo per ciò che sono, ma per ciò che subiscono. Vittime di abuso, vittime del mercato riproduttivo, vittime del traffico internazionale di minori, vittime di una tratta di nuovi schiavi, prodotti con la loro scheda da catalogo on-demand, orfani di genitori viventi.
Questi non sono bambini che vengono discriminati in quanto distopici “figli dei gay”, ma in quanto vittime non protette di un mercato che ne determina la stessa esistenza mediante una contrattualizzazione, è l'abuso più radicale che un bambino possa subire perché è l'abuso più radicale che un essere umano possa subire da quando comincia ad esistere, ovvero da quando è un bambino. Questi bambini vanno tutelati, certo, esattamente come vengono tutelati i bambini ostaggio dei loro abusatori seriali. Ed allora sarà evidente che non possono essere tutelati secondo i desiderata di chi abusa di loro.
E dunque, come dovremmo chiamare quei poveri bambini che hanno un integralista al posto di un padre? Vogliamo parlare degli abusi subiti da quei bambini che per colpa di gente come Adinolfi sono stati spinti al suicidio dalla loro omogobia?
Il fondamentalista passa poi a inneggiare alle regole che avrebbero considerato "illegittime" le figlie di Adinolfi, sostenendo che lui vuole che i gay intravidino donne che non amano per compiacere i suoi pruriti sessuali:
Da notare è come definisca "omofili" i gay in qyel suo negare che l'omosessualità esista in conformità alle screditate teorie di Nicolosi che hanno ucciso innumerevoli adolescenti.
Il degrado prosegue poi tra i commenti: