La Lombardia leghista voleva riaprire le piste da sci, ora parla di «terza ondata già arrivata a Brescia»


La Lombardia leghista pare ormai allo sbando. Stretta tra un numero di morti che continua a superare quello di ogni altra regione e un Matteo Salvini che insiste nel voler fare campagna elettorale promettendo che lui riaprirà tutto e giocherà a far finta che non esista alcuna pandemia, la regione si trova oggi ad aver disatteso tutte le promesse di Bertolaso riguardo al numero di vaccinati. Non va poi meglio sui piani logistici, nei quali si sono dimenticato di chi ha patologie gravi o che vedono gli ultra ottantenni di Sesto San Giovanni che vengono spediti a vaccinarsi a Trezzo sull'Adda come se fossero giovincelli da poter mandare in giro per la regione.
E se pochi giorni fa Salvini prometteva che lui avrebbe riaperto le piste da sci, a Brescia la situazione è fuori controllo e Bertolaso già parla di «terza ondata già arrivata a Brescia, dobbiamo intervenire immediatamente». Il tutto dopo che Attilio Fontana aveva attaccato solo pochi giorni fa il governo dicendo che fosse inaccettabile che a Brescia gli imprenditori non potessero riaprire gli impianti sciistici.
Ed è così che abbiamo una lombardia leghista che pare incapace di tenere a bada l'infezione mentre è costretta a fomentare comportamenti rischiosi per compiacere quel loro "capitano" che ha puntato tutto sul suo costante appoggio ai menefreghisti e ai negazionisti.
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