La storia di Babilonia Magazine


Babilonia è stata una rivista mensile italiana rivolta al pubblico gay, fondata da Felix Cossolo ed Ivan Teobaldelli nel 1982 e chiusa nel maggio 2009 dopo 281 numeri. Ad oggi, risulta il più longevo periodico italiano a tematica gay.
Il suo nome deriva, scherzosamente, dalla baraonda che caratterizzò il progetto alla sua nascita e il desiderio originario di dare spazio alla "confusione delle lingue" attraverso interventi di giornalisti eterosessuali su temi non legato al mondo gay. Quel principio, però, venne abbandonato nel giro di pochi mesi data la mancanza d'interesse da parte dei giornalisti eterosessuali verso il pubblico gay, e soprattutto, l'interesse prevalente del pubblico gay per argomenti gay trattati da persone che conoscessero il mondo gay dal suo interno. La linea editoriale venne così' reindirizzata verso una rivista diretta esclusivamente a settori più o meno ampi della comunità lgbt.
Alla sua nascita Babilonia inglobò il periodico del movimento di liberazione omosessuale Lambda, fondato nel 1977 da Felix Cossolo , che si avvaleva della collaborazione di firme come Gigi Malaroda, Francesco Gnerre, Beppe Ramina, Mattia Moretta, Roberto Polce. Aderirono all'iniziativa anche Mario Mieli, Corrado Levi, Gianni de Martino, Massimo Consoli, il poeta Dario Bellezza, e Pier Vittorio Tondelli, il massimo scrittore gay italiano del momento.
La caratteristica che caratterizzava Babilonia dai periodici gay che l'avevano preceduta fu puntare ad una distribuzione in edicola, e non più soltanto nelle librerie alternative o per abbonamento. La sfida ebbe successo: nel periodo di massima diffusione, alla fine degli anni novanta, Babilonia vendeva fra le 4.000 e le 5.000 copie al mese. Una cifra mai raggiunta prima di allora in Italia. Ad esempio, la vendita di Lambda, in abbonamento e nelle librerie, raggiungeva solo 500 copie a numero.

Alla fine degli anni '80, Felix Cossolo e Ivan Teobaldelli lasciarono per altri progetti la rivista, che venne acquistata dai collaboratori che già vi lavoravano.
Per molti anni Babilonia continuò a crescere in maniera costante, arrivando a lanciare la prima casa editrice lgbt italiana, "La libreria di Babilonia". Tra le sua opere c'erano fotografici, romanzi, manuali, saggi e guide e un bimensile di nudo maschile chiamato "Speciale foto". Tra il 1997 e il 1998 ne fu direttore Giovanni Dall'Orto.
Nel febbraio del 1999 arrivò una crisi. La redazione si spaccò tra chi voleva una rivista meno "di sinistra", meno militante, meno legata al movimento di liberazione omosessuale da cui era nata. Dall'altra c'erano coloro che difendevano l'impostazione seguita sino a quel momento. Il seconco gruppo era più numeroso, ma in minoranza in termini di quote sociali. Vinse la disfida il primo gruppo.
La nuova direzione chiude la casa editrice, soppresse lo "Speciale foto" e archiviò il progetto di fondate un mensile gratuito. Diminuì i collaboratori e puntò outsourcing. Il pubblico non la prese bena, dato che sulle copertine della nuova Babilonia apparvero personaggi come Alessandra Mussolini o Giuliano Ferrara, elevate al rango di opinionisti per la comunità gay assieme a persone come Oriana Fallaci o Camille Paglia. La sterzata verso le posizioni politiche del centro-destra portò ad un costante calo delle vendite. In fondo a chi interessava l'opinione della nipote del duce per cui è «meglio fascista che fr*cio»?
La crisi venne aggravata dalla nascita del freepress, con riviste come Guide, Pride, Lui, Cassero, Aut e Clubbing distribuiti gratuitamente nei locali.

Nel 2004 si pensò ad un'imminente chiusura. Ma, dopo vari tentativi di cessione della società (rivelatasi impossibile a causa del peso del debito accumulato) nel gennaio 2005 la sola testata (e non la srl, nella quale vengono lasciati i debiti fin lì accumulati) venne acquistata da Ecentodieci srl, guidata da Lucia Contin, coadiuvata da Matteo Macchiavello, fotografo ed esperto di iniziative editoriali. Il cambio di proprietà provoca l'uscita definitiva di tutti i restanti collaboratori storici della rivista, che vanno a collaborare con i mensili gratuiti concorrenti.
La nuova proprietà (composta in prevalenza da investitori non legati al mondo gay) imposta Babilonia su basi completamente nuove e guarda al mondo gay come un mercato a cui destinare la vendita di prodotti. Si arrivò così all'assurdo per cui l'unica rivista a pagamento trattava i suoi lettori come consumatori mentre le riviste gratuite difendevano i diritti civili. La scommessa si rivelò sbagliata e i lettori, decimanti dalla virata a destra, continuarono inesorabilmente a calare.
Per contrastare questo trend, nel marzo 2005 l'editore chiama Mario Cirrito, collaboratore di Gay.it, per rilanciare la rivista e indirizzarla nuovamente al mondo GLBT. Cirrito aumenta la quantità e qualità degli articoli specificamente a tema gay e la rivista arriva inoltre in edicola con una veste grafica più patinata e con un sito rinnovato.
Ciononostante, la nuova gestione non riesce comunque ad ottenere l'auspicata inversione di tendenza nelle vendite, né riesce a scalzare l'egemonia ormai consolidata dei periodici gratuiti. Nell'estate 2006 Babilonia viene affidata alla gestione editoriale della Fantasy Communication, un gruppo che già gestisce una rete di periodici non gay e torna a virare verso la pheromone di consumi, prodotti e trend.
La scommessa fu quella di raggiungere le vendite di riviste da edicola straniere come francese Têtu (che certifica la vendita di 50.000 copie mensili), della la spagnola Zero o dell'inglese Out. Il mancato raggiungimento degli obiettivi ne ha provocato la chiusura nel maggio 2009 la chiusura.
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