L'adinolfiniano Gabriele Marconi è tornato a vantarsi del suo bullismo


È difficile trovare parole che possano commentare l'orrore che suscitano i personaggi sdoganati dal partitino omofobo di Mario Adinolfi. Se è pur vero che il pokerista non avrebbe potuto raccattare di peggio vista la sua decisione di puntare tutti i frutti del suo gioco d'azzardo nel business dell'odio, è ancora una volta il molestatore di famiglie Gabriele Marconi a vantarsi pubblicamente del suo bullismo e della sua propensione alla diffamazione di chiunque non taccia dinnanzi alle sue molestie.

Questa volta la sua ira è stata scatenata da chi ha osato proporre che forse sarebbe meglio dare dei figlia a chi li vuole piuttosto che ricorrere alla teoria di Adinolfi volta a chiedere che le donne siano obbligate con la forza a produrre della prole contro il loro volere. Ma anziché provare ad esporre improbabili argomentazioni a sostegno della sua indecente teoria, Marconi è ricorso ai suoi efferati insulti e alle sue solite offese come prassi del suo modus operanti.
Non contento, ha pure bullizzato chi gli ha fatto notare che diffamare qualcuno sulla base del suo odio contro il prossimo è un reato punibile penalmente:


Oltre a usare a casaccio la parola "naturale" così come pare sia prassi discepoli del collezionista di mogli, è curiosa la sua teoria per cui una donna non rimarrebbe incinta se non è sposata. O, perlomeno, è quel che si evince nel suo sostenere che chi non è unito civilmente non potrebbe essere genitore.
Inoltre il violento rivendica anche un fantomatico "diritto" all'insulto. Ma se la legge è uguale pe tutti, significa che anche noi dovremmo poter dibattere di quelli che sembrerebbero i suoi evidenti deficit cognitivi? E visto che lui promette di voler togliere i figli alle loro famiglie, anche noi dovremmo poter mettere in discussione le sue capacità genitoriali e il suo vomitare insulti dall'alto del suo essere parte di uno 0,6% scarso di integralisti che teorizza la supremazia del coito vaginale?
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