L'integralismo organizzato tenta una tragicomica "difesa" della preside del Giulio Cesare

Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo della lobby di Gandolfini e dell'organizzazione forzanovista Provita Onlus, pare un po' confusa nel suo sostenere che i crimini d'odio sarebbero "libertà di espressione" e che la censura sia cosa buona e giusta se riguarda le opinioni altrui. Intenzionata a difendere la preside del Giulio Cesare che ha vietato agli studenti di poter parlare di identità di genere e libertà di scelta delle donne, è ricorrendo al loro solito vittimismo che scrive:


La sua teoria è che tutti dicano stupidaggini e che bisognerebbe credere alla versione che la preside ha fornito ad un'organizzazione forzanovista che si batte contro le libertà personali della popolazione. Inventandosi che dibattere di identità di genere e libertà di scelta delle donne sarebbero stato «corsi su aborto e gender», è con ola sua consueta arroganza che si mette a raccontare che quelle notizie sarebbero «fake news» sulla base di quello che la preside racconta ai forzanovisti. Peccato che il testo proposto riconfermi tutto ciò che è stato detto, semplicemente cercando di negare la verità dei fatti.

La dirigente ammette di aver impedito si potesse parlare di libertà di scelta delle donne, adducendo come scusa che lei avrebbe voluto un dibattito diverso:

Per quanto riguarda in particolare la proposta sul tema dell'aborto, la Dirigenza ha ritenuto che essa non dovesse concentrarsi solo su una dimensione socio- sanitaria, ma dovesse acquisire una maggiore rilevanza comprendendo anche altri aspetti essenziali della tematica, del resto principi fondanti della legge 194. I rappresentanti degli studenti non hanno inserito la proposta nella versione definitiva del programma da trasmettere al Collegio docenti né hanno riformulato la stessa né hanno riportato specifiche obiezioni in merito.

Insomma, allora è vero che non ha permesso la discussione senza tentare di imporre il suo pensiero. E dunque quali sarebbero le «fake news» di cui blatera la Ruiu? E non va meglio con sui sostenere che si dovesse vietare una discussione sull'identità di genere nel nome della fantomatica "ideologia gender" che è si invetata la destra neofascista:

Sul tema dell'identità di genere la Dirigenza ha rimandato all'orientamento ministeriale che con la Nota n. 1972 del 15.09.2015 ha ribadito che "tra i diritti e i doveri e le conoscenza da trasmettere non rientrano in nessun modo né 'ideologie gender' né l'insegnamento di pratiche estranee al mondo educativo".Anche in questo caso i rappresentanti degli studenti non hanno inserito la proposta nella versione definitiva da trasmettere al Collegio docenti.

Confermato che quanto riportato dai giornali è la pura realtà, la preside ci regala anche una patetica supercazzola che nega ciò che pare evidente:

In sintesi le modifiche apportate al programma iniziale non sono certo frutto di un atteggiamento "censorio", ma dell'esercizio della funzione di indirizzo e valutazione delle proposte degli studenti sul piano formativo. Analisi insomma delle proposte stesse e in qualche caso invito alla loro riformulazione in modo da poterle inserire in un contesto coerente con i programmi scolastici e dunque in accordo anche con le famiglie il cui ruolo educativo è richiamato nel Patto di corresponsabilità sottoscritto ogni anno.

Quindi, di cosa blatera la signora Ruiu a fronte di una censura delle idee che viene riconfermata anche da una dirigente che dice di voler imporre le sue opinioni personali su quelle tematiche?


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