Provita sostiene che tutti i genitori siano omofobi, ma che non lo manifesterebbero per paura che gli altri omofobi dicano che sono omofobi

L'organizzazione Provita Onlus tentò di infiltrarsi nelle scuole italiane proponendo dei corsi di educazione sessuale "biblica" che invitassero gli studenti a praticare sesso bareback. Se non è chiaro quanti genitori gradissero il loro tentativo di far restare gravide le loro figlie, è ricorrendo al loro solito terrorismo psicologico che Toni Brandi esige che ci vieti di poter reprimere opinioni sgradite alla loro ricca lobby finanziata dai patriarchi russi.
L'attacco è stato lanciato dalla loro Manuela Antonacci, ossia da quella tizia tizia che risulta redattrice di Provita Onlus, redattrice de La Nuova Bussola Quotidiana ed ponente delle Sentinelle in piedi in quel loro gioco di specchi in cui a darsi ragione da soli è sempre quel solito ristretto gruppo di integralisti. Asserendo che la maggioranza dei genitori italiani sarebbe omofoba ed intollerante verso qualunque figlio che non dovessere risultare conforme ai pruriti sessuali del suo Toni Brandi, è parlando della senatrice Monica Cirinnà con toni generalmente riservati ai criminali che scrive:


L'articolo linkato per darsi ragione è stato ovviamente scritto da lei, ma serve alla signora per sostenere che i genitori sarebbero tutti omofobi ma che si nasconderebbero per paura. Insomma, la solita stupidaggine scritta per far sentire legittimati nel loro odio i suoi rancorosi proseliti. Ed ovviamente tenta di sostenere pure che i genitori non sarebbero a conoscenza di quello che fanno i figli a scuola.

Sostenendo che la pandemia dovrebbe essere sfruttata per impedire una sana educazione al rispetto dei ragazzi, è con i suoi soliti toni pruriginosi che scrive:

Mentre il nostro sistema scolastico continua ad essere in panne, a causa dell’emergenza sanitaria, in un’alternanza di DAD ed incontri in presenza, che mettono a dura prova lo spirito di adattamento dei ragazzi e la continuità didattica, si è pensato bene di concedere, invece, pieno ed immediato spazio (come se si trattasse della solita, vera e unica “emergenza” del momento) ad un ciclo di incontri con la senatrice Monica Cirinnà e non certo su temi che attengono alle materie scolastiche.
Siamo alle solite! E stavolta si tratta di un vero e proprio tour (seppure online) che impegnerà la senatrice, in varie strutture scolastiche italiane e l’argomento, di tali, urgenti dissertazioni, manco a dirlo, sono i “diritti civili”. Monologhi ideologicamente impostati, senza alcun contraddittorio, elaborati in modo tale da presentare una certa idea di famiglia e di “diritti”, come se fosse l’unica e sola, plausibile. Un ciclo di “lezioni” partite dall’ Istituto Statale di Istruzione Secondaria Superiore Pietro Giordani di Parma, senza darsi pena di avvisare i genitori.

Chissà che contraddittorio vorrebbe... Esige che ci sia un omofobo in ogni scuola a legittimare il bullismo dei violenti? E perché allora non esige un contraddittorio alle lezioni di religione o, magari, la presenza di un esponente del neofascismo se si condannano i crimini di Hitler?

Dicendo che lei vuole che si dica ai bambini che i malati terminali vanno torturati in virtù di come lo esigano quei due direttori che gli pagano lo stipendio, è sostenendo che solo i preti debbano poter parlare senza contraddittorio che inizia a sbraitare:

Ma il tour della Cirinnà ha avuto anche una seconda tappa virtuale, con la lezione online tenuta per l’I.I.S. “Leonardo da Vinci” di Maccarese Fregene, in cui si è affrontato il tema dell’eutanasia. Un argomento che non trova certo larga condivisione, ma che è stato sviscerato come se il modo di pensare sulla questione, fosse uno solo, portando come esempio “virtuoso” la morte del dj Fabo, “assistito” nella sua decisione di farla finita da Marco Cappato, verso il quale la Cirinnà si è sperticata in grandi lodi, durante il collegamento, insistendo, anche sulla possibilità di ricorrere all’eutanasia come forma di rispetto verso se stessi e come gesto dettato, addirittura dall’amore per l’altro, a cui si dà, poi, nei fatti, una bella spintarella, per aiutarlo a cadere nel baratro che gli si para davanti. Una visione davvero parziale e discutibile su un argomento che meriterebbe un approfondimento serio e non una conclusione così inaccettabilmente scontata.

Secondo copione, la fondamentalista illustra quella loro teoria per cui i bambini sono oggetti di proprietà dei genitori e che un genitore integralista dovrebbe poter censurare qualunque opinione osi mettere in discussione la sua opinabile opinione:

E’ sconcertante, inoltre che i genitori, oggi, vengano, nei fatti, silenziati, laddove la scuola non si degni di preavvisarli, pretendendo che si lascino scivolare addosso il fatto che i loro figli vengano convinti della necessità e della bontà della legalizzazione di presunti diritti che tali non sono e che sottintendono una visione antropologica ed esistenziale che sicuramente non si può dare per scontata. Come ad esempio la questione che riguarda l’utero in affitto (tema affrontato nella scuola di Parma) una delle tante brutture del panorama ideologico Lgbt e non solo, contro cui i genitori stessi fanno spesso fatica ad alzare la voce, perché temono di essere etichettati, all’interno della scuola come “omofobi” o “retrogradi” ed imbavagliati per questo.
Un clima intimidatorio, strisciante che già va diffondendosi (pensiamo alla bagarre scoppiata ultimamente al liceo Giulio Cesare di Roma) e contro il quale è necessario più che mai, oggi, alzare la voce, rivendicando la piena e consapevole partecipazione dei genitori ai progetti “extrascolastici” che, innanzitutto, vanno definiti come tali, mentre spesso vengono svolti in orario curriculare e appunto, all’insaputa dei genitori e che non si capisce perché debbano infestare le scuole, con un pensiero unico, fatto di dogmi intoccabili che, quanto meno e come in una vera democrazia, devono prevedere la possibilità di essere messi serenamente in discussione.

Tragicomica è la sua lode alla preside del Giulio Cesare che ha preteso di censurare i temi che interessavano ai ragazzi in quanto sgraditi alla sua personale ideologia. E dunque il problema non è che la Cirinnà parli, è che possa parlare contro quel loro pensiero unico che trasuda odio per le famiglie, i bambini e la vita.
Curiosa è anche un'altra ovvietà: se tutti fossero omofobi come lei sostiene, chi mai dovrebbe ritenere omofobi quei genitori visto che lei giura che anche gli altri sarebbero omofobi quanto loro?


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