Il sindaco leghista di Udine avrà pieni poteri nel decidere i patrocini. E già sbraita: «Lo negherò al Pride perché contrario ai miei valori»


Il Pride è una manifestazione in cui un si manifesta il proprio diritto di esistere. Un sindaco che dichiara che «il Pride è contro i miei valori» sta sostenendo che i suoi cosiddetti "valori" includerebbero la sua contrarietà all'esistenza di milioni di persone a lui sgradite.
Eppure sono quelle le parole scelte dal sindaco leghista di Udine per spiegate che lui negherebbe un patrocinio che manco gli è stato chiesto. Parlando di sé stesso in terza persona, è approfittando della discussione sul regolamento per la concessione dei patrocini che il sindaco Pietro Fontaniniha dichiarato: «Penso che questa amministrazione, questo sindaco, Fontanini, non concederebbe il patrocinio al Gay Pride, come fatto dalla giunta Honsell».
E se lui non vorrà, bisognerà fare quello ordina il leghista dato che il nuovo regolamento stabilisce che il consiglio comunale non abbia più alcun valore e che il sindaco possa decidere autonomamente chi patrocinare e chi deve essere escluso dalla vita sociale.
Il consigliere del Pd, Carlo Giacomello, commenta : «Affidare al sindaco, in modo esclusivo, tale scelta, richiama alla mia memoria qualcosa di bulgaro. Meglio continuare a condividere la decisione con tutta la giunta. Pensiamo a questioni etiche o a temi sensibili, magari con posizioni diverse all’interno dell’esecutivo: lasciare al sindaco il “privilegio” di scegliere a chi concedere il patrocinio e a chi no, lo trovo eccessivo».
Ovviamente Fontanini si è affrettato dire che lui, in quanto leghista, userà i suoi pieni poteri per discriminare i cittadini lgbt: «Ritengo opportuno che al sindaco, in quanto responsabile anche a livello giuridico degli atti amministrativi, sia affidato il compito di decidere se dare o meno il patrocinio, anche nel rispetto del programma politico della maggioranza che lo sostiene. Non concederei il patrocinio al Gay Pride, ma ciò non vuol dire che una manifestazione di questo tipo non si possa fare a Udine. Semplicemente che non ho intenzione di condividere simili eventi e certi modi di esprimere le proprie posizioni, seppur legittime. Ho voluto portare questo esempio per far comprendere come mi comporterei utilizzando il nuovo regolamento sui patrocini se mi arrivasse una richiesta dagli organizzatori del Gay Pride. Altrimenti finirei per andare in contraddizione con i valori di cui mi sento testimone».
Insomma, ci sarà un regime in cui il sindaco giocherà a fare il dice che deciderà cosa si possa pensare e per cosa si possa manifestare nella sua città leghista.
3 commenti