Adinolfi sostiene che non si possa essere "cristiani" se non si sostiene l'odio omofobo

Forse Mario Adinolfi andrebbe denunciato per vilipendio alla religione ad ogni suo messaggio pubblicato sui social. Se dichiarò che il suo peso non sarebbe la conseguenza di una disfunzione ma solo il frutto della propensione al peccato di gola, anche con il peccato di superbia non pare scherzare: dall'alto del suo essere un divorziato avvezzo al gioco d'azzardo, si è messo a starnazzare che lui pretende di poter decidere se gli altri possono essere ritenuti "cristiani" sulla base della loro partecipazione alle sue manifestazioni d'odio contro il prossimo:


Se ovviamente pare patetico il suo sostenere che per essere "cattolici" si debba essere dalla parte dei divorziati che nel 2017 vomitarono il loro odio contro le famiglie gay opponendosi ai Di.Co. con Silvio Berlusconi che parlava di "famiglia tradizionale" prima che si scoprissero le sue tresche con le ogettine, aberrante è come il fondamentalista parli a casaccio di "cristianesimo".
Chiunque abbia un qualche neurone non faticherà a pensare che il viaggio di Renzi in Arabia sia un errore politico-economico, e non certo religioso come sostiene quel fondamentalista che parrebbe sognare il ritorno alle crociate.
Inoltre Adinolfi dovrebbe ben sapere che la partecipazione ai raduni omofobi non garantisce "integrità" ma solo "integralismo", dato che fu proprio al suo convegno omofobo patrocinato dalla Lega che un prete pedofilo venne fatto sedere nella fila delle autorità per spellarsi le mani davanti ai suoi discorsi sulla "famigli tradizionale" o sulla "difesa dei bambini" dopo aver abusato sessualmente di molteplici minori. Se Adinolfi dovesse credere a quello che dice, dovrebbe sostenere che la pedofilia sia "cristiana" perché lo stupratore ha partecipato alla sua manifestazione di incitamento all'intolleranza che teorizzava la supremazia dei maschi che penetrano la vagina di una donna.

Curioso è come tra i suoi seguaci spunti anche la solita Gesefi Onlus, ossia l'organizzazione che spalleggò la diffamazione di Zaira Bartucca contro Gayburg. Dall'alto della loro crociata contro le famiglie gay, dicono che i padri divorziati da loro rappresentati dovrebbero riconoscere che il divorzio debba essere ritenuto "un errore":


Curioso è che a lanciare accuse di "integralismo" siano quelli che rilanciavano integralisti come Povia chiedendo che si vietasse ogni contrasto ai crimini d'odio:


Ed ancor più curioso è come questa gente voglia sostenere che in Italia ci sarebbero solo "20 casi all'anno" di omofobia...


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