Il partito di Adinofli: «Si portino via i figli ai genitori gay per darli in adozione a coppie eterosessuali»


La signorina Sara Reho, esponente del partito suprematista di Mario Adinolfi, si è messa a sbraitare istericamente che i giudici della Corte Costituzionale dovrebbero andarsene affanculo dato che lei e il suo Adinolfi esigono che i figli dei gay siano resi orfani per compiacere la loro ostentata omofobia.
In quella sua intollerabile abitudine a scegliere il linguaggio più violento e più offensivo che le sia possibile, è dalla sua pagina di propaganda che scrive:

Per soddisfare il proprio desiderio egoistico, una coppia italiana in territorio canadese (visto che in Italia è vietato ricorrere all'utero in affitto), ha sfruttato due donne (una per l'ovulo e l'altra per l'utero) e ha acquistato il bambino nato privandolo della madre e costringendolo a vivere con loro come se fosse loro figlio. Dopodiché, la coppietta con il bambino-prodotto, ha deciso di tornare in Italia dove pretende che il bimbo sia riconosciuto come figlio di entrambi. La Consulta ha spronato, un'altra volta, il legislatore a "pensare a forme diverse di adozione" per "tutelare l'interesse del minore" perché la Legge, ad oggi, non permette (giustamente) l'adozione a coppie dello stesso sesso.
I giudici facciano i giudici, applichino bene la Legge e non cerchino di scrivere le norme perché per le leggi vi sta già il potere legislativo. Non c'è alcun vuoto giuridico: la maternità surrogata è vietata in Italia, lo Stato non può riconoscere come "genitori" coloro che ricorrono a questa pratica abominevole all'estero e l'adozione per i gay non è contemplata (esistono le "adozioni speciali", ma sono "speciali", ovvero fatte solo per pochissimi casi e io ritengo che debbano essere disposte solo per coppie eterosessuali).
Come si può tutelare un minore in un caso del genere? Semplice, quando la coppia mette piede sul suolo italiano dovrebbero intervenire gli assistenti sociali, portare via il bambino dalla coppia che lo ha comprato e poi darlo in adozione ad una coppia eterosessuale (magari facilitando l'iter per le adozioni).
Va tutelato il bambino, non l'interesse delle lobbies LGBT o il desiderio egoistico di due adulti.

Se è aberrante il sostenere che un bambino vada "tutelato" rendendolo orfano e dandolo a due tizi a casi scelti sulla base di ciò che fanno nel loro letto, il suo sostenere che i bambini vadano strappati ai loro genitori biologici in virtù del suo odio contro le loro famiglie è talmente aberrante da non poter essere commentato.
Ad aggravare il tutto è come la signorina si proponga anche come l'aspirante "mamma" che raccoglie firme per chiedere che le vittima del suo odio siano costretta a mantenerla con denaro pubblico se mai riuscirà a trovare qualcuno disposti ad ingravidarla.
Inoltre non è chiaro perché la signora Sara Reno non se ne vada dal suo Gandolfini a dirgli che l'adozione scelta per sopperire alla sua unione matrimoniale infeconda lo ha portato a «costringere» dei bambini a vivere «come se fosse loro figli».
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