Il partito di Adinolfi plaude alla legge liberticida che obbligherà le donne a partorire i figli dei loro stupratori
Dopo aver proposto di strappare i figli dei gay dalle braccia dei loro genitori biologici per darli in adozione a coppie eterosessuali scelte sulla base delle loro attività sessuali, il partito di Mario Adinolfi definisce «una buona notizia» l'approvazione della legge liberticida voluta dai repubblicani dell'Arkansas che cancellerà il diritto di scelta delle donne e imporrà loro di dover partorite figli con gravissime la formazioni, frutto di incesti o concepiti da stupratori.
In quel loro sostenere che l'amore non faccia una famiglia e che ad importare sia unicamente il contrastare che un uomo abbia avuto un rapporto carnale (anche non consensuale) con una donna, non paiono preoccuparsi di quale vita terribili potranno avere figli non voluti che ricorderanno alle loro madri di essere il frutto di uno stupro. Oppure garantiranno atroci sofferenze a bambini che nasceranno destinati alla precoce morte, magari con il senatore leghista Simone Pillon che proporrà ancora una volta di rapirli per prolungare la loro agonia.
Lo dichiara la solita Sara Reho, responsabile nazionale del partito suprematista di Adinolfi:
Apprendiamo così che per la signorina Reho sarebbe inammissibile che un bambino possa crescere con due genitori dello stesso sesso che si prendono cura di lui, ma sarebbe accettabile che il minore sia condannato a nascere in una famiglia che non lo vuole o orfani di un padre stupratore che potrà fare del male al bambino oltre che a sua madre.
Ed ovviamente la signorina Reho non chiede che le sia garantito il diritto di partorire un figlio qualora fosse stuprata (come peraltro già accade), ma esige che alle altre donne venga impedito di compiere scelte diverse da quelle che sostiene farebbe lei. Poi chissà se resterebbe della stessa idea se fosse lei a dover passare da quelle violenze.
Tra i commenti spiega che il suo obiettivo è quello di cancellare il diritto di scelta di scelta delle donne e che, calpestando volere popolare espresso nel referendum del 17 maggio 1981,ele si obblighi con la forza a fare quello che vuole Adinolfi:
Poi va in pure giro a dire che il contrasto ai crimini d'odio sarebbe una "legge liberticida".
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