La Lega ribadisce la sua volontà di affossare la legge contro l'omofobia


Ci sarà un motivo se la Lega ha ritirato i candidati che hanno ricevuto più voti di lui pur di assicurare una poltrona a Simone Pillon in qualità di esponente di Gandolfini. E probabilmente ci sarà un motivo anche dinnanzi ai 4 milioni di euro che i patriarchi russi hanno versato nelle casse della sia associazione integralista.
Il leghista rivendica infatti di essere stato lui ad ottenere ingiustificati rinvii ad una legge che sancirebbe l'ovvio, ossia che chi delinque contro una persona sulla base del suo orientamento sessuale o della sua disabilità debba subire le stesse aggravanti che da decenni sono provenite per chi delinque sulla base delle credenze religiose di qualcuno. Ed ora, con la legge che tornerà in Commissione, si dice pronto a inguaiare il Paes3e e a far cadere il governo pur di impedire che i gay possano essere protetti dalla violenza. Sostenendo che la condanna dei crimini d'odio sarebbe "divisiva", il leghista afferma:

Se qualcuno dei partiti che sostengono il governo preferirà forzare su quello che ci separa, anziché valorizzare quello che ci unisce, si prenderà la responsabilità di dividere la maggioranza, trasformando il lavoro parlamentare in una battaglia ideologica.

Insomma, la battaglia tra chi dice che i delinquenti vanno in carcere e chi dice che debbano essere appoggiati dalle istituzioni. Il tutto combattuto a suon di fake-news che i populisti hanno ripreso dalla propaganda neofascista e promosso a proprio nome.

L'unica possibilità è che Salvini tema di perdere le sue poltrone e di dover tornare all'opposizione con il rischio di non poter allungare le mani sui sodi europei. Il padano ha infatti già invitato Pillon a smorzare i toni sul ddl Zan.
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