L'adinolfiniano contro Provita e De Mari: «Hanno imbarcato per mesi disperati di ogni cloaca»
L'adinolfiniano Gabriele Marconi pare non capire che se un social network lo sanziona, la colpa noin è di chi l'ha segnalato: è colpa della sua violazione delle norme. Eppure è con i suoi soliti toni rabbiosi che si lamenta di come i gay non si lasciassero insultare in silenzio da lui, scrivendo:
L'ennesimo, certo, il 3º in 5 mesi. Il 14º negli ultimi 3 anni. Al contrario di quanto certi disturbatori seriali cantilenano per punzecchiarmi, è da un po' che non me ne lamento più. Era una costante fino a quest'estate, i miei cecchini LGBT-friendly sempre pronti ad intervenire per ogni parola fuori dalla dottrina genderfluid. Ma era anche una costante il buon esito del ricorso a Facebook. Ci avevo insomma fatto il callo.
Sostenuto che i gay sarebbero «cecchini» perché non tacciono davanti al suo odio a fronte di un social che lui accusa di essere compiacente con la sua dialettica omofoba, pubblica la fotografia del messaggio che gli ha fatto conquistare sette giorni di sospensione per i suoi insulti:
Addestrato da Adinolfi al vittimismo, Marconi passa a piagnucolare che quei fondamentalisti che spalleggiavano i suoi insulti contro i gay avrebbero cambiato atteggiamento ora che Marconi insulta anche loro:
Da settembre è cambiato molto, praticamente tutto. Anzitutto, dispiacerà sentirlo a molti, ma gli ultimi 3 ban non hanno niente a che fare con la galassia dei delatori arcobaleno (non che si siano arresi, probabilmente è solo effetto della perdita di credito dopo i molti ricorsi). Sono invece merito delle nicchie di sedicenti pro-life&pro-family followers degli influencers che si richiamano al Family Day (chi a merito, chi decisamente no).
Non ci credete? Da parte mia avevo pochi dubbi che si sarebbero trasformati nella controparte censoria in salsa reazionaria dei filoboldriniani. È da tempo che descrivo una pesantissima deriva di idrofobia cattoconservatrice sui social in queste cerchie, dove sono diventati dominanti tutti i tipi di disinformazione, realizzando un sodalizio con complottisti di ogni sorta, viroscettici di ogni grado, antipapisti e antiepiscopisti, millenaristi seguaci di Viganò o peggio, catapultati in un'illusione di resistenza da dittature immaginarie, compulsivamente spammando ovunque deliri con l'abito buono, caratterizzati da un profondo pensiero irrazionale, antiscientifico, nel tentativo di confermarsi nella sindrome da accerchiamento.
Insomma, va bene quando i fondamentalisti accerchiano un gay, non va bene quando lo fanno con un adinolfiniano. Ed è così che inizia a dire che i fondamentalisti sarebbero diventati fondamentalisti solo da quando fanno i fondamentalisti contro gli altri fondamentalisti:
Per un po' ho tentato di inserire elementi di equilibrio nella follia dilagante, di dissonanza nel canto unico di elogio per qualsiasi sciocchezza venisse scritta. E sono stato regolarmente bannato da ognuno di coloro che reputavo più meritevoli dei miei sforzi di pervenire a più miti consigli. Certo non mi potevo aspettare nulla da chi segue Viglione o la De Mari, né certo dai lettori di Cascioli, Paciolla o da ProVita&Famiglia, ma l'intolleranza del dissenso - proprio mentre lo rivendicavano come proprio diritto - è montata altrettanto violentemente sui canali di gente come Costanza Miriano e Antonello Iapicca, già preceduti dagli ascoltatori di RadioMaria e dai fedeli del nuovo corso della Marcia targato Coda Nunziante. Non per nulla gli ultimi ban vengono da loro followers che hanno fatto incursione quivi dopo molto tempo che non tentavo più nemmeno di interpellare pubblicamente i suddetti. Ho smesso a novembre in particolare, dopo il silenzio tombale sulla collaborazione del centrodestra al passaggio del ddL Zan alla Camera e il negazionismo spinto verso la 2ª ondata che ha macinato quasi 2 volte le vittime della 1ª.
Passa così a lamentarsi che i fondamentalisti sarebbero fondamentalisti su tutto e non solo contro i gay, dato che in quel caso il loro fondamentalismo pareva andargli bene:
Quest'ultimo ban in particolare è l'effetto di una difesa a spada tratta, avanzata nei commenti al mio profilo, dell'accusa di don Iapicca a Bill Gates, il quale a Fazio aveva ricordato di possedere nella propria biblioteca privata il manoscritto originale del Codex Leicester (ribattezzato “Hammer”), in quanto, secondo Iapicca sarebbe il “Codice da Vinci” del best-seller di Brown a comprova di un'appartenenza settaria nel tirare le fila delle sorti del mondo [...] Ma tant'è, questa è la situazione generale di quel mondo social in cui erano state riposte tante speranze. A torto, chiaramente e mai più chiaramente che ora. Non è stato un avvicendamento casuale. Questi influencers di piccolo taglio hanno imbarcato per mesi disperati di ogni cloaca reazionaria et similia, sovrasaturando il proprio pubblico di estranei totali a qualsivoglia ispirazione giusnaturalista preesistente. E li hanno vezzeggiati, baloccati, compiaciuti, ricevendo plausi a dismisura, finché hanno deciso che volevano ricevere solo plausi. E non pochi di quelli della vecchia guardia si sono adattati, quali pretoriani d'élite. Guardia scelta che interpreta il proprio ruolo cercando chi osa dissentire e nondimeno non rinuncia a dichiararsi pro-life. Così, mentre urlano allo scandalo per il blocco di Trump a data da destinarsi, segnalano mezzo mondo.
Sostenuto che gli altri fanatismi non andrebbero bene perché lui vuole che siano promossi solo i suoi fanatismi contro interi gruppi sociali, arriva a vomitare i suoi soliti insulti contro i gay e le loro famiglie:
Io molto più banalmente non ho libri da promuovere, non ho inviti in conferenze da tutelare, non ho più nemmeno un partito in cui cercare di non scontentare troppi: non ho granché da perdere e quindi mi posso permettere di non castrare la difesa della ragione naturale secondo quanto mi conviene.
Intendo continuare a difenderla, a prescindere da quanti cattoinvasati mi prendano di mira. Non mi spaventavano le belve LGBT, credono di spaventarmi quelli che portano i rosari come talismani?
Anzi, rilancio. Perché lasciar andare in giro gente che si dichiara pro-life «perché ogni embrione ha un codice genetico unico» e che al contempo dice «i vaccini ci modificano il DNA» è credibile quanto una Monica Cirinnà che promuove il sequestro di neonati e difende il diritti dei cagnolini a rimanere 2 mesi con la cagna-madre. E sfascia qualunque altra credibilità residua di tutti i pro-life. Io farò quello che posso per contrastare questo trip allucinogeno collettivo dei pro-life parassitati dai complottardi.
Definisce le madri come «cane» e poi si lamenta venga bannato?
Fatto sta che chi ha cercato consensi cavalcando la bufala "gender" non pare nella posizione di potersi lamentarse se quella gente sia disposta a credere a qualunque bufala.