Mario Adinolfi da Del Debbio: «L'omosessualità è peccato. I gay sono violenti con noi. Luxuria è un ricchione»

Il fondamentalista Mario Adinolfi è stato invitato da Del Debbio a vomitare la sua solita omofobia. Il pretesto era il documento vaticano che vieta la benedizione delle coppie gay e condanna i bigami che si sono rispostai a Las Vegas. Ma ovviamente Adinolfi non oi è preoccupato del secondo aspetto, iniziando a starnazzare istericamente che lui esige che l'omosessualità venga ritenuta «un peccato» in virtù di come lui assicura che Dio sia malvagio e odi la natura che lui stesso ha creato.


Adinolfi ha poi sostenuto che lui non si sente responsabile del clima d'odio che è stato creato da chi si fa promotore dell'omofobia, assicurando che lui continuerà a cercare di far soldi danneggiando la vita e le famiglie di chi non condivide i suoi stessi pruriti sessuali. Ovviamente ha cercato di offendere Luxuria parlando di lei al maschile, piagnucolando che lui non possa chiamarla "ricchione" e mentre qualcuno lo chiami "ciccione" sui social.
E qui nasce il primo problema, dato che nel 2007, in piena campagna elettorale per la sua fallimentare candidatura come segretario del Pd, Adinolfi dichiarò: «Non sono grasso per disfunzioni ormonali ma perché mi piace mangiare e tanto». Quindi viene da domandarsi quale sia il paragone tra l'insultare la natura di una persona e il criticare le conseguenze di uno stile di vita che lui assicura fosse del tutto volontario e conseguenza delle sue decisioni e della sia propensione al peccato di gola.

Passa poi a sostenere che i gay peccherebbero per il solo fatto di esistere e che lui sia favorevole a cacciarli dalle chiese perché non hanno dato prova di essersi trombato almeno due moglie come ha fatto lui:


Sostenuto che lui reputa "totalitarismo" chi non si dichiara inferiore a lui e non accetta discriminazioni o insulti al proprio credo religioso, promette che lui darà battaglia per affermare che le sue due mogli lo renderebbero più valoroso agli occhi di Dio. Ovviamente ha sostenuto che i gay sarebbero una lobby «prepotente e violento mentre» De Debbio ha dato una rappresentazione del mondo gay proponendo queste immagini qui:

Insomma, i gay vengono proposti con immagini che possano irriderli, proponendo tre drag queen mentre di parla di Chiesa cattolica. Insomma, come se proponessimo Ricky Martin affiancato alle immagini di una sedicenne etero che esce ubriaca e seminuda da una discoteca.
Ed è praticamente ridicolizzando la discussione che Borgonovo (in studio ad affiancare Adinolfi) ha spostato il tema «sulle drag queen che vogliono andare a farsi benedire in chiesa».

Disgustoso è anche come Adinolfi avesse invitato i suoi proseliti a pregare per lui, perché faccia bella figura e possa tramutare la sua omofobia in denaro sonante. Dice che i diritti altrui sono una seccatura e che chi non si lascia discriminare sarebbe "violento" contro chi li discrimina:


Stando al suo discorso, dovremmo poterci chiedere anche noi quanto dia violento il suo pretendere che la tizia che lui ha "sposato" a Las Vegas non sia chiamata "concubina" anche se la Congregazione della fede la ritienga tale? E quale violenza dovremmo imputargli nell'essere andatodal Papa in compagna di qiella donna con cui lui avrebbe intrattenuto rapporti carnali nel peccato?

Se dice che i gay non devono poter andare in chiesa perché lui dice che la loro natura sarebbe un «peccato», con che coraggio porta dal Papa la sua seconda moglie i figli nati da rapporti carnali condannati dalla Congregazione della dottrina della fede? Non può dire che i gay sarebbero "violenti" perché "pretendono" rispetto mentre lui pretende rispetto per situazioni familiari che la Chiesa non tollera e condanna. Quella è ipocrisia!


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