Sara Reho accusa le vittime di omofobia di farsi aggredire al solo fine di far calendarizzare il ddl Zan


A nome del partito omofobo di Mario Adinolfi, la signorina Sara Reho si è lanciata nel sostenere che sia inaccettabile che le vittime di violenza chiedano di essere tutelate nonostante lei dica che delinquere a danno dei gay dovrebbe essere ritenuta una "libertà" fondamentale.
Ed è davanti ad un vaso di ordinaria omofobia (peraltro neppure tra i più gravi) che la ignora accusa i gay di farsi aggredire per creare fantomatici casi mediatici. Già nei giorni scorsi accusò sommariamente di simulazione di reato le due vittime dell'aggressione nella metropolitana di Roma, venendo poi smentita dalle indagini che hanno individuato e arrestato l'aggressore.

Ripetendo il suo sostenere che non esisterebbe alcuna differenza tra chi rischia di essere aggredito per il solo fatto di esistere e un etero che difficilmente verrà preso a sassate se osa baciarsi per strada, è con i suoi soliti toni rancorosi che la signorinella scrive:


Non è chiaro cosa ci sarebbe di «liberticida» nel sancire che chi picchia un gay in quanto gay dovrebbe subire le stesse aggravanti che da decenni sono previste per chi picchia un cristiano in quanto cristiano, ma la signora pare ormai ossessionata dal ripetere i suoi ritornelli dato che una bugia ripetuta all'infinito finirà per essere percepita come una verità.
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