Secondo il partito di Adinolfi, i rifugi per adolescenti gay cacciati da famiglie omofobe sarebbe una «questione secondaria»
È il sito ultra-integralista "Il cattolico" ad offendere milioni di veri cattolici facendosi promotore dell'ideologia suprematista del partito omofobo di Mario Adinolfi. In particolare, dicono di provare disprezzo contro i centri anti-violenza che offriranno aiuto agli adolescenti gay che verranno cacciati di casa da famiglie omofobe, evidentemente auspicando siano abbandonati in strada e costretti alla prostituzione in quanto non eterosessuali.
Rilanciando gli insulti di Sara Reho alla ministra Bonetti, in un articolo intitolato "Le priorità del Ministro Elena Bonetti non fanno bene all'Italia" scrivono:
Constatiamo sempre più che certi Ministri sono lì inseriti per questioni meramente ideologiche. Per fare colore "piacione".
In piena pandemia con grandi difficoltà delle famiglie, specie le famiglie con anziani e con figli con disabilità, il Ministro Elena Bonetti pensa a questioni secondarie portandole ad una attenzione primaria.
In piena emergenza denatalità, grandissimo problema educativo, sociale e di welfare, si pensa a coccolare il politicamente corretto.
Da non dimenticare poi che le "Pari opportunità" esistono se c'è prima la "Famiglia costituzionalmente riconosciuta e garantita".
Ma pare che i governi e certi ministri, imbevuti di politicamente corretto tendano a dimenticarlo.
È una vergogna per il nostro paese, per il Bene Comune e per il Buon Governo.
Se è curioso dicano che togliere dalla strada dei bambini abbandonati sarebbe una intollerabile "coccola", da vomito è il loro loro tentativo di inventarsi che le famiglie dei gay siano da esclusi dalla costituzione perché lo dice quel loro Adinolfi che si è risposto a Las Vegas prima di cercare di legalizzare il gioco d'azzardo.
Tutto questo nel nome di quella loro Sara Reho che raccoglie firme con cui chiede che lo stato paghi l'affitto dell'utero delle donne e che le paghi se rinunceranno a lavorare e se ne staranno in cucina a sfornare. Così si potrà sfruttare la povertà per produrre bambini che la loro Silvana De Mari teorizzava servissero come soldati per la sua guerra di religione all'Islam.
Segue poi il testo di cui ci siamo occupati ieri, nel quale l'adinolfiniana Reho scrive:
"Ministro, ma perché lei, al posto di occuparsi veramente di famiglia e di pari opportunità (che sono diverse dal mettere l'asterisco ovunque o dire "sindaca" al posto di "sindaco") fa questo?
Questo è il suo secondo mandato e per la famiglia non ha fatto nulla, se non dare dei bonus destinati a poche famiglie che non servono nemmeno ad arrivare a fine mese e annunciare un assegno che prenderà il posto di gran parte degli aiuti che le famiglie già percepiscono.
Lei, similmente ai suoi predecessori, non ha fatto nulla per quelle donne che vogliono dedicarsi alla cura dei propri bambini.
Una buona parte delle associazioni LGBT pretende di chiamare "donna" un uomo, permettendogli di partecipare alle competizioni sportive femminili, di candidarsi con le donne (non so se si ricorda, ma le quote rosa obbligano i partiti a presentare una lista con il 40% di donne e il 60% di uomini), costringendo tutti a trattarlo come una donna. La gran parte delle associazioni LGBT, inoltre, pretende di farsi chiamare "famiglia" e, quindi poter praticare l'utero in affitto o l'eterologa in caso di coppie lesbiche in quanto la legge attuale non lo permette.
Le voglio rammentare che, se queste richieste venissero accolte, il bambino, oltre ad essere privato di una delle due figure genitoriali, verrebbe considerato un prodotto, così come i gameti usati per crearlo e le due donne sfruttate per la gpa (la "donatrice" che deve prendere un enorme quantitativo di ormoni e la surrogata) considerate solo oggetti.
Le sembrano pari opportunità queste?
Le sembra che, lavorando in questo modo, vengano tutelate le milioni di famiglie che tutti i giorni contribuiscono allo sviluppo della nostra Nazione anche se arrivano con difficoltà a fine mese (o, come per 5 milioni di famiglie, non riescono a sbarcare il lunario)?
L'Italia è un Paese tollerante, agli italiani non interessa se due adulti delle stesso sesso fanno coppia; ma gli italiani non vogliono che si privilegi la coppia same-sex, e nel contempo, anche per omissione, si distrugga la famiglia e che, nel contempo, si obblighi tutti a considerare donna o uomo chi non lo è.
Gli italiani non vogliono che si aprano centri di sfruttamento femminile in cui le donne sono solo delle donatrici di ovuli o degli uteri da riempire e, soprattutto, gli italiani non vogliono la compravendita di bambini.
La famiglia è una sola, pure l'Onorevole Cirinnà l'ha dovuto riconoscere scrivendo la legge sulle unioni civili.
Le persone con omosessualità sono già tutelate, proprio come le persone eterosessuali; queste campagne pro Lgbt servono solo per creare una classe politicamente corretta di privilegiati che detta legge e per penalizzare fortemente e di fatto la famiglia, la donna e l'uomo."
Tutta tronfia del suo parlare a nome di tutti gli italiani anche se il suo partito l'ha votato solo uno 0,6% di estremisti, la signorina Reho pare eccitata da quell'articolo al punto da condividerlo tutta tronfia:
Se consideriamo come Adinolfi promuove odio contro i figli gay arrivando a portare sul palco dei suoi comizi un Luca Di Tolve che invita a "curarli" attraverso pratiche prive di scientificità che hanno condotto alla morte innumerevoli adolescenti,. il fatto che la Reho voglia poi infierire su chi è vittima di quell'odio deve essere ritenuto un piano finalizzato allo sterminio dei gay?
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