Zaira Bartucca e la sua ossessione. Sbugiardata da Facta, inizia ad inveire contro Gayburg


La giornalista populista Zaira Bartucca pare letteralmente ossessionata da noi, al punto da sembrare tragicomica mentre ci diffama gratuitamente anche quando non siamo stati noi a sbugiardare le sue bufale.
Questa volta la sua ira è stata scatenata da un sito di fact-ckeck che ha smontato e sbugiardato i sui titoli sensazionalistici su una improbabile denuncia al tribunale dell'Aja che sarebbe stata presentata da due tizi che dicono sarebbe in atto una "dittatura sanitaria". Ed è con i suoi soliti toni arroganti che la signora Bartucca scrive:

Il gemello di Butac, il pluri-foraggiato Facta, ci ha dedicato un articolo dal titolo a effetto “No, il governo israeliano non dovrà rispondere di crimini contro l’umanità” per la campagna di vaccinazione“. L’autore o autrice che non si firma – potrebbe essere chi si è occupato per otto anni di ricette di cucina, chi fa il social media manager o chi scrive saggi sulla “cultura dell’estinzione dei viventi” – ha confezionato un articolo di fact-checking, di quelli che non tengono in debita considerazione i “facts”.

Se pare che insultare la gente la eccitino come una scolaretta, inizia a dire che coloro che osano sbugiardare le bufale sarebbero «comunicatori pagati a cottimo dalle big tech, dai governi e dalla stessa Ue». Peccato che le basterebbe non proporsi come la "giornalista" che si inventa le cose e probabilmente i siti anti-bufala non avrebbero motivo di occuparsi della sua attività.
Dall'alto del suo essersi rifiutata di pubblicare le nostre rettifiche alle sue false notizie, la signora inizia a dire di esigere che il sito pubblichi una sua presunta «rettifica» (lei la chiama così) piena zeppa di insulti ed offese. Ovviamente non si esime neppure dall'accusarli sommariamente dicendo che sarebbe «abitudine di questo tipo di siti che non contrastano la disinformazione, ma la propagano: ignorare ogni contraddittorio e ogni rettifica».

Inizia così a vantarsi di usare quei sistemi che sostiene di aver usato per inventarsi i falsi nomi che ha pubblicato (e mai rettificato) riguardo agli autori di Gayburg:

Quello lo facciamo noi (lo sapevate?) utilizzando strumenti OSINT. Non ogni giorno, certo, vista la complessità di questo tipo di indagini e il tempo che richiedono per il loro espletamento. Questo anche per far comprendere che Rec News non c’entra assolutamente nulla con i siti che si dedicano a una “martellante campagna di bufale anti-scientifiche e pro-QAnon”, quindi non vediamo per quale motivo dobbiamo essere accomunati a questo tipo di produzioni.
Contiamo di essere smentiti, ma Facta appare a un primo sguardo come l’ennesimo contenitore di Fact-checking strumentale che ha un occhio aperto e l’altro chiuso, un po’ sul modello di Butac. Ovviamente, ha una veste grafica molto più curata che serve ad ammantare il tutto di un’autorevolezza che, spiace, ma è assente.

Vabbè, lei diceva che Putin avesse la cura del Covid a febbraio dello scorso anno, racconta che il 5G servirebbe ad ucciderci, dice ch ei vaccini abbiano servano ad ucciderci (pure quelli!) e invitava i suoi lettori a non rispettare la legge, però non vuole che si dica che lei fa un certo tipo di "informazione"...
E se vi domandate cosa dovrebbe c'entrare Gayburg con un sito autorevole che denuncia le fake-news pubblicate dalla signora Bartucca, è lei che nella sua lettera al direttore scrive:

Attendo, direttore, sue cortesi risposte, sperando che non ignori le rettifiche come fa Butac o come fa Gayburg: quest’ultimo, per esempio, è un autentico sito di disinformazione cui non avete mai dedicato neppure due righe: glielo segnalo, sperando che lei non sia parte attiva della campagna di discredito che sta interessando il sito che dirigo, solo perché si permette di discostarsi da certa narrativa ufficiale sulla bontà indiscussa di tamponi, mascherine e vaccini.

Buffo che la signora dica che noi non avremmo pubblicato le sue rettifiche (come lei ha fatto con noi, violando un diritto riconosciuto dalla legge) quando in realtà abbiamo pubblicato ogni suo messaggio, spesso beccandoci insulti da lei per aver dato spazio alle sue invettive e alla spiegazione del perché quanto da lei scritto era semplicemente falso.
Naturalmente ci auguriamo che la signora Bartucca sappia che lei è penalmente responsabile di quanto ha scritto in quella sua lettera.

A proposito, dato che la signora Bartucca si lamenta che il Butac non si occuperebbe di Gayburg, la sua asserzione non è del tutto vera. Ad esempio, il sito si è occupato di noi in questo suo articolo:


E il responso quale fu? Semplice: che avevamo ragione noi e che quanto avevamo scritto era la pura e semplice verità:


Se poi Facta decidesse di raccogliere il suo invito e di occuparsi degli articoli con cui siamo stati costretti a dover sbugiardare le numerose bufale pubblicate contro di noi da Rec News, saremo più che felici di aiutarli a capire tutte le volte in cui Zaira Bartucca ha scritto e dichiarato il falso.
Commenti