Adinolfi dice il ddl Zan è «una legge fascistissima» che «intimidisce» i genitori che non accettano i figli lgbt


Perché mai perdete tempo a pensare a quella lebicaccia che è stata giustamente cacciata di casa in quanto contro natura al posto di difendere quel povero padre omofobo che ha doverosamente torturato sua figlia in virtù di come lui la volesse vedere a ca**o duro si scop**e fi*a?
Più o meno pare questo il messaggio veicolato ai suoi seguaci da Mario Adinolfi. Lui avrà anche scelto parole meno colorite, ma la violenza insita nel suo messaggio par andare ben oltre quelle due parolacce che abbiamo scritto. E nulla cambia che il tema è il pene, con Adinolfi che guarda nelle mutande dei bambini e chiede si imponga loro un ruolo sessuale in virtù del contenuto:

Tralasciando la follia del voler paragonare due leggi completamente diverse, il fondamentalista pare insensibile davanti ad una 22enne cacciata di casa per il suo orientamento sessuale, quasi non vedesse dolo in quella barbarie. D'altronde lui è quello che incoraggiò i genitori omofobi a violentare i loro figli portando sul palco dei suoi comizi un Luca di Tolve che promuoveva fantomatiche terapie riparative dell'omosessualità, ossia buffonate prive di scientificità che avrebbero potuto aizzare i genitori contro i loro stessi figli. Ed ovviamente ironizza anche sul fatto che la madre resterebbe comunque omofoba anche in presenza di aggravanti, ma è proprio per scongiurare quella violenza che si chiederà di fare educazione nelle scuole.
Con un triplo volo pindarico, il fondamentalista passa ad elogiare il padre che non accetta l'identità di genere di sua figlia, arrivando a procurarle violenze domestiche quotidiane. Ed è lodandolo per quella sua intolleranza che scrive:



La chiusura suona come un: forza omofobi, facciamo vedere ai nostri figli di quale aberrante violenza siano capaci noi genitori integralisti qualora quegli oggetti di nostra proprietà non risulteranno conformi ai nostri desideri.
Adinolfi pare infatti tifare per chi si rifiuta di accettare la natura dei figli, inneggiando agli intolleranti che violentano la prole nel nome del loro pregiudizio e della loro incapacità genitoriale. Dice che la tutela dei minori sarebbe fascismo e pare rilanciare quella sua ricorrente teoria volta a dipingere i figli come oggetti di proprietà del padre e senza diritti di cui poter disporre a proprio piacimento.
Il tutto raccontando anche la storiella del padre che si dice preoccupato che la figlia possa pentissi, anche se il blocco della pubertà non è definitivo e serve solo a garantire che non debba essere seviziata se in un futuro decidesse di cambiare sesso. E poco ci interessa se Adinofli non vuole che le donne trans possano cambiare sesso, la vita è di quella povera ragazza ed è lei a dover decidere per sé stessa.
Tolta tutta l'impaccatura basata sull'elogio della transfobia e sul diritto dei genitori a poter imporre ai figli persino come debbano essere, l'intero discorso si riduce ad un integralista che si lamenta che i bambini siano tutelati dalla violenza.
2 commenti