Adinolfi paragona Salvini ad Aldo Moro e difende il suo sequestro di persona
Mario Adinolfi sta con Salvini e lo definisce «uno di noi» in merito al processo che lo vede imputato per sequestro di persona nel caso Open Arms. Propinandoci quella sua rivisitazione del "cristianesimo" in cui è bello agitare rosari contro chi salva vite umane nel Mediterraneo, pare voler sostenere persino che il povero Berlusconi sarebbe perseguitato dai processi e che il suo amichetto padano sia il nuovo Aldo Moro.
Ovviamente si mostra anche come il sedicente "cristiano" che offre la sua falsa testimonianza contro i perseguitati, sbraitando che lui vuole impedire il contrasto ai crimini d'odio perché il suo adepto «non accetta di vedere le scuole ridotte a campo di rieducazione lgbt scattano le manette della legge Zan».
Ed ancora, forte del suo fallimentare tentativo di proporsi cone segretario del PD, dice che il suo seguace dovrebbe «ringraziare Alcide De Gasperi per aver battuto i comunisti alle elezioni del 18 aprile 1948».
Lo scrive su Facebook:
Peccato che nella sua analisi della storia, il signor Adinolfi si sia dimenticato alcune cosette. Non parla di Piazza Fontana, non parla di tangentopoli o della P2. Magari se ne sarà dimenticato...
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