Dite al signor Binella che diffamare i vip non è "libertà", è un reato
La speranza è che il signor Claudio Binella possa essere denunciato, processati e condannato per diffamazione aggravata, così magari capirà che delinquere non è una «libertà» come lui sostiene.
Non sappiamo se il signor Claudio Binella si masturbi sulle fotografie di Pillon o su quelle dei bambini morti sulle coste di Lampedusa, ma sappiamo che si professa di estrema destra e che nel sui tempo libero difende i criminali che commettono reati d'odio modificando fotografie, diffamando onesti cittadini e attribuendo false affermazioni a persone finite nella rete della sua attività criminale. Parrebbe infatti di rilevanza penale il suo becero tentativo di imporre con la violenza un falso messaggio attribuito a dei soggetti giuridici senza il loro consenso. Così come noi non possiamo alterare le sue fotografie e scrivergli frasi in fronte quello che vogliamo, lui non lo può fare con le fotografie altrui. E non serve alcun ddl Zan per ritenere criminale il suo atto violento.
Manco ci fosse bisogno di dirlo, il soggetto risulta collegato alla solita Francesca Totolo, al solito Diego Fusaro e a quella manciata di fondamentalisti di estrema destra che vorrebbero depravare l'Italia e trasformarla in una colonia russa.
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