Don Bianchi all'attacco del rispetto

Don Mirco Bianchi parrebbe così divorato dalla sua ossessione transofobica da non riuscire più a comprendere anche i più semplici concetti. Questa volta ha dato di matto perché Regione Lombardia ha osato stampare un volantino contenente degli asterischi che permettessero la declinazione delle parole sia al femminile che al maschile.
Se l'asterisco serve unicamente a non preferire l'uso del maschile a discapito del femminile, il sacerdote ha inizia a parlare di cromosomi. Ovviamente non è chiaro in che modo i cromosomi avrebbero attinenza con il contrasto al sessiamo, ma pare che lui sia partito per la tangente ripetendo a pappagallo gli slogan che i neofascisti hanno coniato contro le persone trans:

Aizzati dal don, i suoi proseliti aggrediscono chi non dice che il mondo sarebbe tutto in bianco nero come a loro piace dipingerlo, starnazzando che chi non è uniformato alla maggioranza sarebbe da ritenere «malato» o «depravato»:

Osservato l'impegno di don Mirco nel costruire muri contro le persone, tragicomico è come dica che bisognerebbe abbattere i "muri" della responsabilità e la prudenza come chiedono i fascisti e i negazionisti della pandemia. Chiede si abbatta un coprifuoco che salva vite umane e definisce "paura" la responsabilità di chi segue le regole sanitarie per impedire morti.
Il bello, però, è che i suoi proseliti non apprezzano. Mostrando quei mattoncini che ostentano la loro venerazione per i muri anti-migranti di Trump, non gli perdonano di aver tradito l'ordine fascista che imponeva un sistematico boicottaggio della campagna vaccinale:

Quindi lui vuole muri contro l'amore e autostrade per il contagio?


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