Facebook oscura la pagina de Il Primato Nazionale, loro se la prendono con il ddl Zan
In Italia qualcosa pare non funzionare. Se è stato YouTube e non l'Ordine dei medici a chiudere il canale di propaganda gestito da Silvana de Mari, è stato Facebook e non la Procura a chiudere la pagina del giornaletto di CasaPond. Ed è così che ci troviamo davanti a privati che devono sopperire allo stato nel contrasto alla propaganda d'odio.
Ovviamente Il Primato Nazionale grida alla censura e minaccia azioni legali, sostenendo che Facebook abbia voluto impedire la presentazione del saggio "Stregoneria politica" che risulta edito da Altaforte e scritto da un estremista condannato a 7 anni e due mesi di carcere per avere reso invalido permanente Emilio Visigalli, pestato in modo brutale a Cremona il 18 gennaio 2015.
Rasentando il ridicolo, è in un editoriale intitolato "Ultime dal 1984: Facebook ha rimosso la pagina del Primato Nazionale" che il direttore della testata neofascista se l'è presa con i gay:
Negli stessi giorni in cui in Italia si discute di una nuova legge che nel migliore dei casi sarebbe inutile e nel peggiore sarebbe liberticida, ma che pure viene presentata a reti unificate come una grande conquista di libertà, ovvero la legge Zan, lo stato reale della libertà in Italia è il seguente: la pagina di una testata regolarmente registrata, che contava circa 90.000 like, può essere cancellata dal social network di Mark Zuckerberg.
Se ad apparire inutile e dannoso è suo il suo giornaletto, è aberrante lamenti che si vogliano tutelare le vittime di aggressioni omofobe dicendo che nessuno deve poter contrastare chi fa soldi promuovendo omofobia.
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