Fratelli d’Italia difende il cat-calling

Quando era ancora leghista, Umberto La Morgia cercava consensi sostenendo che il 90% delle denunce di violenza subita dalle donne fosse falso. Oggi transitato in Fratelli d'Italia, è tornato a minacciare i diritti delle donne difendendo i fischi e i commenti sessisti a loro diretti, Lo ha fatto attraverso i cuoi canali social, propinando un articolo di Marcello Veneziani:

L'articolo proposto, pubblicato da Panorama con il titolo "Tenete lontani gli uomini dalle donne", parte con il deridere il sessimo e le donne vittima di abusi. Veneziani scrive infatti:

L’ultima idiozia del politically correct e del Metoo viene anch’essa dagli States e si chiama catcalling. Riguarda le molestie di strada e in particolare i fischi rivolti alle ragazze che passano, magari mentre fanno jogging, come è stato il caso di Aurora Ramazzotti, la figlia di Eros. Un’usanza, questa, che credevo sepolta in un’era geologica precedente, che risaliva alla mia infanzia in un paese al sud. Farla ora diventare bullismo, elevarla a emergenza sociale, invocare i diritti e il rispetto della persona violata e addirittura attrezzare una macchina giuridica per colpire queste desuete inezie, è il delirio di correttezza del nostro tempo. Anche quest’infimo, volatile apprezzamento è stato usato per dar manforte alla legge Zan riproposta in Parlamento. Un’altra legge speciale per colpire l’omotransfobia, l’oltraggio alle donne e alle cosiddette categorie vulnerabili.

Inizia così a raccontare che non servono nuove leggi. Peccato che il ddl Zan introduca aggravanti e non leggi, motivo per cui è ovvio che il reato debba essere già ritenuto tale. Eppure Veneziani scrive:

Innanzitutto è un atto di sfiducia verso l’ordinamento giuridico, la Costituzione e le legge vigente: è come accusarla di non averci badato, di essere rimasta indietro, superata dal presente, e aver sottovalutato questo aspetto che appare loro così urgente e fondamentale, al punto da porvi riparo addirittura in epoca di emergenza sanitaria. In realtà qualunque vero reato punito dalla legge Zan era già punibile a norma di legge: offendere o violentare una persona non ha bisogno di ulteriori leggi speciali, bastano quelle ordinarie.

Sostenendo che estendere le aggravanti già esistenti anche ad altri gruppi significherebbe sostenere «presunte carenze del nostro ordinamento legislativo e giuridico», il signor Veneziani inizia a dire:

Ma se per colpire i reati commessi da chi viola e offenda le persone per ragioni di sesso e orientamento, bastano le leggi vigenti, allora cosa va a colpire questa legge speciale se non il reato di opinione annesso, inteso come “il brodo di coltura” di tali reati? E cosa di fatto sancisce se non la protezione speciale di alcune categorie, perdendo così l’universalità delle leggi, valevoli per tutti? Ci sono stati, è vero, correttivi alla legge Zan in corso d’opera che ne hanno ridotto la portata liberticida, ma l’impianto resta. E’ una legge puntata contro chi ritene che l’ordine naturale, la famiglia, la realtà della vita siano da salvaguardare dalle ideologie e dalle norme del politically correct. Siamo alla statalizzazione degli orientamenti sessuali, all’intervento pubblico nella sfera intima, al protezionismo omotransessuale di Stato.

Eppure Veneziano non si lamenta delle aggravanti che da anni proteggono gruppi etnici e gruppi religiosi, sostenendo che lo stato non dovrebbe interessarsi all'orientamento sessuale di chi viene aggredito solo perché un delinquente ha deciso che dovesse essere punti in quanto non eterosessuale come Veneziani. Ed è così che dice che è inaccettabile che una donna non si lasci molestare da un maschio:

Ma c’è un effetto peggiore, che mi pare ancora più grave degli altri due. È il muro di diffidenza che si sta costruendo giorno dopo giorno tra sessi e tra persone. Ne ho avuto ennesima prova dal vivo, conversando con la figlia di un’amica allevata a scuola, dai social e dall’ambiente circostante all’idolatria del Metoo e alla diffidenza verso i maschi. Per la ragazza la cosa più grave che possa accadere è che un ragazzo la infastidisca facendole apprezzamenti.
Il mondo con gli occhi del Metoo è visto in cagnesco, l’altro sesso è la bestia che insidia la tua dignità. Apartheid di genere, separazione dei sessi.

Butandola sul solito odio religioso, sentenzia:

In un fischio a una passante si vede già l’inizio di uno stupro; in ogni apprezzamento si vede il maschilismo all’opera che poi muterà in sessismo e infine in violenza e sottomissione della donna (permessa però agli islamici). Non si distingue più tra corteggiamento e stalking. Se è vero che i femminicidi cominciano spesso da dolci storie d’amore, non è vero il contrario, che lo sbocco delle storie d’amore siano i femminicidi.

Quindi, se molti preti non sono pedofili, bisognerebbe abbassare la guarda davanti a quelli che violentano le bambine? Ed è sulla base di quei deliri che Veneziani dice che il contrasto al sessimo serva a omosessualizzare gli uomini:

Che società stiamo disegnando con questa sindrome del sospetto e i recinti tra sessi? Il suggerimento sottinteso è: meglio farsela con le persone del tuo stesso sesso, si hanno meno rischi, c’è più feeling. I muri cadono per i migranti ma si innalzano tra i sessi. Quanto incide questa istigazione separatista a rifugiarsi poi in esperienze omosex e lesbiche, ritenute più sicure, non ostili, e perciò favorite da leggi, modelli e campagne pubbliche? Che brutta umanità si sta disegnando con queste leggi del sospetto e con le barriere di genere…

Insomma, il delirio.


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