I seguaci di don Mirco si divertono a sostenere che i gay sarebbero dei pedofili
Dietro all'omofobia organizzata ci sono sempre gli stessi nomi e sempre gli stessi mandanti. Ad esempio, sono gli stessi camerati che gestivano l'ignobile sito denominato "No ai matrimoni in Italia" a spalleggiare l'omofobia di don Mirco Bianchi e a sostenere impunemente che i gay sarebbero pedofili. Tanto, sino a quando non faranno un nome, l'attuale legge non li renderà querelabili dato che non risulta identificabile la vittima della loro diffamazione e l'unico nome che fanno è di un morto che da anni viene oltraggiato e diffamato dalle menzogne della propaganda neofascista:
A chi contesta il loro sbeffeggiare la pedofilia mentre i veri preti pedofili risultano in prima fila ai congressi leghisti ad applaudire Adinolfi (come nel caso di don Inzoli), è dicendo cose a caso che il camerata racconta che bisogna impedire leggi giuste perché lui si è inventato che poi qualcuno ne chiederà una sbagliata:
Sottolineando la loro consapevolezza su come basti inveire contro tutti i gay per non esserne penalmente responsabili, il camerata si mette a rilanciare le teorie di Adinolfi sul fatto che i preti sarebbero pedofili solo se gay. Ovviamente il loro sostenere che l'orientamento sessuale abbia attinenza con una violenza è pura follia, ma per seminare odio questi "signori" non si fanno remore a banalizzare temi complessi pur di usare le giovani vittime come carne da propaganda:
E tutto questo avviene sulla pagina di un prete come don Mirco, guarda caso da anni impegnato nella promozione dell'omofobia e nella richiesta di sistematiche discriminazioni contro interi gruppi sociali.
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