Pillon continua a mentire: «Con il ddl Zan, gli uomini potranno beneficiare delle quote rosa»

Spacciando l'isolata transfobia di Arcilesbica come l'opinione delle «associazioni femministe», il senatore leghista Simine Pillon è tornato ad usare le lesbiche contro il ddl Zan, plaudendo eccitato a chi dice che le donne trans dovrebbero essere escluse da ogni tutela giuridica.

Con i suoi soliti toni strafottenti, è dal suo profilo Facebook che scrive:

Mai nella vita avrei pensato di trovarmi a concordare con le associazioni femministe. Eppure non posso che dar ragione alle numerose sigle che in questi giorni hanno firmato un appello al parlamento contro il ddl Zan. Le critiche si incentrano, giustamente, sull'art. 1.
Cosa vuol dire infatti "per identità di genere si intende l'identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall'aver concluso un percorso di transizione"?.
A me pare una gigantesca supercazzola, senza alcun fondamento scientifico, filosofico e giuridico, per mettere sullo stesso piano la biologia e le sensaziini autopercepite.

Se non si capisce come il suo dirsi contrario all'esistenza delle donne trans dovrebbe riguardare il loro diritto a non essere picchiate per strada, il leghista torna a mentire ai suoi elettori:

Come ho già avuto modo di dimostrare, grazie a questa norma i maschi potranno iscriversi alle gare sportive femminili, potranno beneficiare delle quote rosa o accedere a tutti i servizi riservati alle femmine, e chiunque oserà opporsi sarà denunciato per istigazione alla discriminazione.
A me pare una follia.
Le donne sono la metà del cielo, e non una sfumatura rosa nel falso arcobaleno LGBTQ+.
Ecco un'altra ragione per opporsi al ddl Zan.

Ovviamente il ddl non riguarda le sue polemiche contro le atlete che il suo Trump discriminava per il suo piacere e tantomeno le quote rose. Ed è assurdo dover subire la violenza di un senatore che passa le sue giornate a mentire agli italiani.


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