Sono alla frutta. Provita dice che il ddl Zan impedirà ad Adinolfi di poter disturbare le conversazioni altrui con l'account della moglie
L'organizzazione forzanovista Provita Onlus continua a creare fake-news imbarazzanti contro il ddl Zan. Ammesso che Toni Brandi non voglia sostenere che lui permetterebbe a chiunque di poter entrare in una diretta Facebook dei gruppi estremisti ad urlare bestemmie, pare un po' ipocrita il suo piagnucolare che al suo amichetto Mario Adinolfi non sia stato permesso di disturbare un dibattito pubblico cercando di intrufolarsi con l'account della sua seconda moglie.
Nella loro fantasiosa ricostruzione, scrivono:
Peccato che il ddl Zan non c'entri un tubo, dato che Adinolfi si è proposto come un disturbatore che i moderatori hanno giustamente cacciato. I fatti li racconta proprio Adinolfi, che alle agenzie stampa ha dichiarato:
Stamattina, tramite l'acount di mia moglie, sono intervenuto in una stanza dove si trovava l'onorevole Zan. E dato che si parlava del mio caso, gli ho chiesto: ma se domani queste 150 segnalazioni che oggi impediscono la mia partecipazione a Clubhouse diventano 150 denunce di discorso d'odio secondo la fattispecie da lei introdotta dell'istigazione all'odio omofobico, devo aspettarmi di andare in galera per sei anni? Bene, l'onorevole Zan è fuggito dalla room e hanno sbattuto fuori mia moglie e hanno chiuso in fretta e furia la room stessa.
Ammesso che la stanza sia stata davvero chiusa e che non abbiano semplicemente banato un tizio che si è messo a sbraitare che lui fa soldi con l'odio e teme di poter perdere il suo business se le persone contro cui lui ama organizzare blasfemi rosari di preghiera fossero tutelati dalla legge al pari di come lo è lui sulla base del suo dichiararsi opinabilmente "cristiano", la ricostruzione di Provita appare a dir poco imbarazzante.
Davvero Brandi sostiene che sia fatto obbligo dare spazio ai disturbatori o loro si sentono discriminati?