Arcilesbica raccoglie il plauso di Meloni e Adinolfi
Dopo il senatore leghista Simone Pillon, anche Mario Adinolfi e Giorgia Meloni hanno voluto manifestare la loro vicinanza ad Arcilesbica e alla loro pretesa di voler il diritto all'esistenza alle persone trans.
Se Cristina Gramolini ha portato innumerevoli circoli ad abbandonare l'associazione dopo la sua svolta verso l'ideologia di Marina terragni, è usando termini surreali che la presidentessa dell'organizzazione trasofobica scrive:
Ecco il clima che si respira nel movimento. Niente di tutto questo fa parte della genuina cultura lgbt, fatta di ironia tagliente, leggerezza, dissacrazione intelligente: nessuno ha più il diritto di discostarsi dall’agenda trans dell’autocertificazione di genere, né da quella gay dell’utero in affitto, in particolare le donne sono rispettate solo se la approvano. Gli insulti scritti sui muri della sede dipendono proprio dal fatto che ArciLesbica appoggia la legge contro l’omotransfobia ma con una richiesta di emendamenti sul ddl Zan. Rattrista assistere alla penetrazione nella comunità lgbt di forme di intimidazione crescente che fanno pensare ai metodi dell’antagonismo che sta cercando di intestarsi anche la nuova generazione di femministe. Minacciare fisicamente le donne è roba di altre sponde politiche, un fenomeno di non facile interpretazione è sotto i nostri occhi.
Insomma, un proclamo che sembra voler riscrivere la realtà in forma ideologia. Ed ovviamente tutto ciò è piaciuto alla signora meloni, la quale si affrettata a scrivere:
Solidarietà ad Arcilesbica Nazionale, la cui sede è stata imbrattata con indegni insulti a firma “Rabbia Trans”. La loro grave colpa sarebbe quella di aver criticato alcuni punti del DDL Zan, motivo che evidentemente ha infastidito qualche intransigente “difensore dei diritti e delle libertà”. Alla faccia della lotta alle discriminazioni.
Anche Adinoilfi ne ha approfittato per sostenere che quelle lesbiche lo legittimino a dire che il contrasto all'odio sarebbe fascismo:
Tutto somiglia a quel che fecero i fascisti prima di varare le leggi fascistissime del 1926 per incarcerare gli oppositori.
Insomma, la Gramolini ha voluto dimostrare perché la sua propaganda ha fatto arrabbiare qualcuno, continuando a spalleggiare chi la definisce "contro-natura" o chi organizza "rosari" per pregrae contro di lei.