Belpietro si contraddice e si auto-smentisce mentre ripete slogan contro il ddl Zan a Cartabianca

Maurizio Belpietro non vuole il ddl Zan. Questo è l'unico punto fermo, dato che sulle "argomentazioni" il populista è apparso molto confuso o, forse, non si sente di poter dire quali siano i veri motivi per cui lui si oppone a quella legge.
A Cartabianca, ha detto che lui voleva l'estensione della Legge Reale-Mancino (che peraltro punirebbe la propaganda, che invece il ddl Zan non contempla) dicendo che lui non voleva che i ragazzi fossero eduicati al rispetto. Poi ha detto che non voleva la norma perché lui non vuole la GpA. A quel punto ha iniziato ad ammettere che la GpA non è citata ma che lui non vuole il ddl Zan perché estende i crimini d'odio della legge Reale-Mancino, ossia la norma che prima diceva di voler estendere. Insomma, si è contraddetto ripetutamente.

Davanti ad una Vladimir Luxuria che ha sottolineato la necessità di prevedere un aspetto educativo oltre a quello punitivo, Belpietro ha iniziato a dichiarare: «Siccome in questo Paese non è mai stata istituita una giornata contro il bullismo, contro quelli che commettono degli atti gravi, non si è mai istituita una giornata per l’educazione: perché istituire una giornata per questo? Nelle scuole non c’è un’educazione sessuale. Voi volete introdurre nelle scuole una giornata per un altro tipo di educazione e questo è il tema».
A quel punto ha iniziato a ripetere i peggiori slogan dell'estreme destra, dicendo che lui si dice certo che «l’utero in affitto rischierebbe di essere sanzionato» perché «non lo dico io, lo dice la presidentessa di Arcilesbica. Non lor dico io, lo dicono le donne e lo dicono le femministe». Insomma, lo dice Marina Terragni, da lui declinata a rappresentanza di svariati gruppi.
A quel punto, la Berlinguer gli ha chiesto in quale punto della legge Zan verrebbe citata la GpA e Belpietro ha ammesso: «Non c’è, ma se tu critichi le adozioni fatte tramite l’utero in affitto, che potrebbe costituire elemento di discriminazione. Dietro questa organizzazione ci sono persone che hanno interesse a propagandare queste cose».
Insomma, non c'è nulla di quello che lui dice, ma lui sostiene che quel che dice la Terragni basterebbe a sostenere la necessità di contestare le leggi sulla base di elementi che non sono contemplati dalla legge.
Vladimir Luxuria ha così risposto: «Mi conforta anche quando viene tirato fuori la questione dell’"utero in affitto" perché vuol dire che non ci sono argomenti seri e quindi si tirano in ballo cose che non c’entrano nulla. Abbiamo avuto un periodo in cui non si potevano esprimere le opinioni. Diritto alle opinioni sì, diritto all'insulto no. Parole che istigano all’odio, parole che invogliano una mano a colpire una persona solo per il fatto di gay e trans, quello no». E Belpietro interviene: «È già chiaro adesso, c’è già. Se qualcuno domani mattina incita all’odio è già sanzionato».
E Luxuria osserva: «Prima dice che c’è bisogno di estendere la legge Mancino, poi dice di no». Belpietro, in evidente difficoltà, inizia a ripetere slogan a caso presi direttamente dalle organizzazioni integraliste: «Chi stabilisce quando c’è un discrimine: se io continuo a ritenere che l’utero in affitto sia un abominio, perché non posso continuare a dirlo?». Ma Luxuria colpisce e affonda: «Facciamo una scommessa: scommettiamo che quando verrà approvata (perché verrà approvata) lei potrà continuare a parlare dell’utero in affitto?».


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