Ddl Zan, Italia Viva e Lega vogliono una mediazione con gli omofobi
Ieri il leghista Andrea Ostellari giurava sul suo onore che per lui era impensabile rinunciare all'audizione di Platinette e dei mormoni. Diceva che era fondamentale ascoltare chi vuole "curare" i gay e convocare ogni singolo rappresentante della setta gandolfiniana, dedicando ore di tempo ad ognuno di loro sino a riempire il calendario della Commissione per i prossimi cinque mesi.
Oggi dichiara che 100 audizioni possono tranquillamente essere tagliate, purché il ddl Zan sia stralciato e si rediga un nuovo testo condiviso dai leader delle organizzazioni omofobiche vicine all'ultra-destra. Praticamente è come se proponesse di far scrivere a Totò Riina la nuova legge antimafia.
Dati i tempi, è evidente voglia perdere tempo a parlare di come Pillon non sopporti le donne trans o di come Salvini non voglia che i ragazzi siano educati al rispetto, arrivando a fine legislatura con il solito nulla di fatto. Così, grazie a lui e a Pillon, verranno anche chiusi tutti i centri violenza e i rifugi che ospitano gay cacciati di casa da famiglie omofobe: qualcuno magari finirà anche nella rete della prostituzione minorile e i pedofili potranno ringraziare la Lega.
Fatto sta che la proposta della Lega è chiara: vogliono sedersi con le lobby omofobe finanziate dai russi e scrivere un nuovo testo che vada bene anche a loro. Il Pd si dice disposto a sedersi ad un tavolo tecnico, purché si discuta il ddl Zan e non quella caricatura di legge che ha proposto Salvini. Però premettono che si siederanno a quel tavolo solo se ci saranno garanzie che la legge approderà in Aula entro il 29 giugno.
M5s e Leu sono concordi con il Pd, ma Italia Viva preme perché sia fatta la volontà di Salvini e il testo sia riscritto nella certezza di non approvarlo mai.
A questo punto di potrebbe andare subito in Aula, ma se Italia Viva voterà con Salvini, i numeri rischierebbero di non esserci ed è probabile che qualche franco tiratore possa apportare una qualsiasi modifica che garantirebbe la definitiva morte della norma.
Monica cirinnà definisce la posizione leghista «un ricatto» dato che una legge voluta da più della metà della popolazione verrà probabilmente affossata a causa del violentissimo boicottaggio portato avanti partito eletto solo dal 17% della popolazione. Saremmo in una dittatura delle minoranze in cui il regime leghista passerà dal sequestro sei migranti al sequestro delle istituzioni.