Già affossato il ddl leghista che cancellava le persone trans e il reato di istigazione all'odio
Come prevedibile, la legge leghista che Salvini ha proposto al posto del ddl Zan al cospetto di barbara D'Urso è una presa in giro. La premesse sono fondamentalmente due: eliminare il riconoscimento delle persone trans e depenalizzare l'incitamento all'odio anche nei casdi di reati commessi per motivi etnici, razziali e religiosi. A detta dei populisti, infatti, chi convince qualcuno a delinquere non deve potere essere chiamato a rispondere delle sue colpe.
Secondo l'estrema destra di Lega, Forza Italia, Udc, Cambiamo e Nci, il tema del contrasto all'odio dovrebbe essere risolto con tre articoletti scritti male e buttati lì come fumo negli occhi ad un elettorato che loro devono considerare davvero molto ignorante:
Davanti a questa presa in giro. non usa mezze parole Alessandro Zan nel commentare: «Il testo presentato dalla destra è un attacco alla Legge Mancino. Non solo cancella le tutele del ddl Zan, ma, prevedendo solo un’aggravante comune, diminuisce le tutele per i crimini d’odio razziale, etnico, religioso. Un vergognoso insulto ai diritti in pieno stile sovranista».
L'estrema destra chiede anche che sia impedita ogni educazione al rispetto, perché loro dicono che «il compito del diritto penale è quello di attenersi alla materialità dei fatti, non potendo essere utilizzato per promuovere valori etico-culturali, pena una inammissibile ricaduta nell’indeterminatezza della fattispecie».
Se la loro idea è quella, tra non molto vorranno sdoganare la pedofilia dicendo che non è compito dello stato preoccuparsi dei preti che stuprano le bambine.
Fortunatamente il senato ha già affossato quella porcheria, con la commissione Giustizia di Palazzo Madama che ha respinto il testo con 12 voti a favore e 9 contrari. In Aula verrà così discusso solo il testo del ddl già approvato dalla Camera e ci verrà risparmiata la carnevalata destrosa volta a irridere i diritti umani.